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Israele non si ritirerà dal Corridoio di Philadelphi al confine tra Gaza ed Egitto come da accordi

I soldati israeliani prendono posizione accanto all'ingresso di un tunnel che, secondo i militari, Hamas avrebbe utilizzato nella Striscia di Gaza, a circa 100 metri dal corridoio di Philadelphia.
I soldati israeliani prendono posizione accanto all'ingresso di un tunnel che, secondo i militari, Hamas avrebbe utilizzato nella Striscia di Gaza, a circa 100 metri dal corridoio di Philadelphia. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Tamsin Paternoster & AP
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Il rifiuto di Israele di lasciare la zona cuscinetto, da cui avrebbe dovuto ritirarsi da sabato e comunque entro il 9 marzo, minaccia di far crollare il fragile accordo di cessate il fuoco con Hamas

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Israele non intende ritirarsi dal Corridoio di Philadelphi, una striscia di terra larga 8,6 miglia al confine di Gaza con l'Egitto, ha dichiarato un funzionario israeliano, in una mossa che potrebbe mettere in pericolo l'accordo di cessate il fuoco con Hamas.

Secondo i termini dell'accordo, Israele avrebbe dovuto iniziare a ritirare i suoi soldati dal Corridoio sabato, completando le operazioni entro il 9 marzo.

Tuttavia, un funzionario israeliano rimasto anonimo ha inviato una dichiarazione ai media israeliani giovedì annunciando che l'Idf sarebbe rimasto nell'area per impedire il contrabbando di armi da parte di Hamas.

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver visto recentemente dei tunnel di contrabbando in quella zona. Tuttavia, l'Egitto sostiene di aver distrutto tali tunnel anni fa e di aver impedito il contrabbando grazie a una zona cuscinetto militare.

Hamas ha affermato che qualsiasi tentativo israeliano di rimanere nel Corridoio sarebbe una "palese violazione" dell'accordo di cessate il fuoco, alle battute finali della prima fase.

Avvenuto l'ultimo scambio di prigionieri palestinesi e ostaggi israeliani

Qualche ora prima dell'annuncio israeliano, Hamas ha rilasciato i resti di quattro ostaggi israeliani in cambio di oltre seicento prigionieri palestinesi, rispettando l'ultimo scambio previsto della prima fase del cessate il fuoco.

La maggior parte dei palestinesi rilasciati è tornata nella Striscia di Gaza, da dove erano stati prelevati dopo l'attacco del 7 ottobre e trattenuti senza accuse formali per "sospetti in merito alla sicurezza".

Il loro rilascio sarebbe dovuto avvenire sabato, ma era stato ritardato da Israele in risposta alla pratica di Hamas, definita "umiliante" da Tel Aviv ma anche dalla Croce Rossa, di far sfilare gli ostaggi davanti a folle e telecamere durante il loro rilascio.

Hamas ha rilasciato i quattro corpi alla Croce Rossa di Gaza durante la notte senza una cerimonia pubblica.

I negoziati per la seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco

La prima fase dell'accordo di cessate il fuoco terminerà questo fine settimana e i negoziati sulla seconda fase dell'accordo sarebbero dovuto iniziare settimane fa, ma non è successo. Giovedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di aver inviato dei negoziatori al Cairo per riprendere i colloqui.

L'inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff, che dovrebbe visitare la regione nei prossimi giorni, ha spinto entrambe le parti ad avviare tali negoziati.

Da parte israeliana, Netanyahu ha promesso di recuperare tutti gli ostaggi e di distruggere le capacità militari e di governo di Hamas, obiettivi entrambi sostenuti da Trump.

Questi obiettivi potrebbero però non essere compatibili con quelli di Hamas, che ha dichiarato di voler rilasciare gli ostaggi rimanenti solo in cambio del completo ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza.

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