Hamas ha allestito a Deir al-Balah, nel centro di Gaza, il palco dove ha consegnato alla Croce rossa internazionale tre ostaggi israeliani. Israele ha poi liberato 183 palestinesi
Al via il quinto scambio di prigionieri tra Hamas e Israele da quanto è iniziato il cessate il fuoco a Gaza il 19 gennaio scorso. Per la prima volta il rilascio alla Croce rossa è stato organizzato a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza.
Come annunciato nella lista diffusa da Hamas venerdì, gli ostaggi israeliani rilasciati sono Eli Sharabi, Ohad Ben Ami e Or Levy, tutti e tre catturati durante l'attacco del 7 ottobre 2023.
L'esercito israeliano ha confermato il rilascio tramite X. Poco più tardi ha fatto sapere che i tre sono stati presi in custodia dai militari al confine tra Israele e la Striscia di Gaza e riportati poi in patria, dove hanno incontrato i familiari e poi saranno sottoposti ai controlli di routine.
Sul palco allestito da Hamas, secondo quanto riportano media locali, uno degli ostaggi ha chiesto una maggiore pressione sul governo Netanyahu affinché continui a lavorare per il rilascio degli altri ostaggi. Gli altri due hanno ringraziato le Brigate Qassam per aver fornito cibo e salvato le loro vite dai bombardamenti israeliani, facendo poi appello alla pace tra i due popoli israeliano e palestinese.
Il governo israeliano ha criticato l'organizzazione della consegna degli ostaggi alla Croce rossa. "Le immagini scioccanti che abbiamo visto oggi non passeranno inosservate. Il governo, insieme a tutti i responsabili della sicurezza, accompagnerà loro e le loro famiglie. Il governo di Israele si impegna a restituire tutti gli ostaggi e i dispersi", si legge in un post pubblicato sui social media dall'ufficio del primo ministro Netanyahu in merito al rilascio di Sharabi, Levy e Ben Ami.
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha criticato le condizioni in cui sono apparsi i tre ostaggi. “Questo è l'aspetto di un crimine contro l'umanità!”, ha dichiarato su X.
“Il mondo intero deve guardare direttamente Ohad, Or ed Eli - che tornano dopo 491 giorni di inferno, affamati, emaciati e doloranti - sfruttati in uno spettacolo cinico e crudele da vili assassini. Ci conforta il fatto che siano stati restituiti vivi alle braccia dei loro cari”, ha aggiunto Herzog.
Chi sono gli ostaggi rilasciati da Hamas
Sharabi è stato catturato dal Kibbutz Beeri, una fattoria comunale che è stata una delle più colpite dall'attacco di Hamas. Sua moglie, Lianne, e le loro figlie adolescenti sono state uccise dai militanti.
Ben Ami, padre di tre figli, è stato preso in ostaggio dalla stessa comunità, dove era il contabile del kibbutz. Sua moglie, anch'essa catturata, è stata rilasciata durante un breve cessate il fuoco nel novembre 2023.
Levy, un programmatore di computer della città di Rishon Lezion, è stato prelevato dai militanti da un rifugio antiatomico vicino al festival musicale Nova, nel sud di Israele. Sua moglie è stata uccisa durante l'attacco.
In cambio, Israele ha poi liberato 183 palestinesi detenuti nelle sue carceri. Un gruppo è arrivato poco dopo le 12 a Ramallah, in Cisgiordania.
I negoziatori non hanno ancora concordato i termini della seconda fase dell'accordo per il cessate il fuoco, in cui Hamas rilascerebbe altre decine di ostaggi in cambio di altri prigionieri e di un cessate il fuoco duraturo.
Trump insiste sulla transazione immobiliare a Gaza
I dettagli dello scambio previsto sono giunti mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha continuato a parlare della sua proposta, ampiamente criticata, di trasferire tutti i palestinesi da Gaza e di riqualificare la Striscia come destinazione turistica internazionale.
L'idea, che Trump ha definito una "transazione immobiliare", è stata respinta dai governi arabi della regione e dagli stessi palestinesi, che sostengono che costringerli a lasciare le loro case costituirebbe una pulizia etnica. Ma venerdì Trump ha insistito sul fatto che la sua idea "è stata accolta molto bene".
Dopo aver chiesto inizialmente un reinsediamento "permanente" dei palestinesi, i suoi ultimi commenti hanno lasciato irrisolta la questione della durata. "Non vogliamo vedere tutti tornare indietro e poi andarsene tra 10 anni", a causa dei continui disordini, ha detto.
Le forze israeliane si sono ritirate dalla maggior parte di Gaza, come previsto dall'accordo di cessate il fuoco, ma rimangono nelle zone di confine.
L'esercito ha avvertito i palestinesi di evitare le aree in cui operano le truppe e ha aperto il fuoco contro le persone accusate di aver violato i termini dell'accordo.