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Caso Almasri, informativa al Parlamento dei ministri Nordio e Piantedosi: attacchi dall'opposizione

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi durante l'informativa sul caso Almasri alla Camera dei deputati, 5 febbraio 2025, Roma
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi durante l'informativa sul caso Almasri alla Camera dei deputati, 5 febbraio 2025, Roma Diritti d'autore  Gregorio Borgia/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Gregorio Borgia/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Come richiesto a più riprese dai partiti d'opposizione, il ministro della Giustizia e quello dell'Interno hanno riferito alla Camera e al Senato in merito alla criticata condotta del governo nell'arresto e rimpatrio del generale libico, difendendo il loro operato. Polemica per l'assenza di Meloni

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Si è tenuta nel primo pomeriggio di mercoledì l'attesa informativa alla Camera dei deputati e al Senato del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sul caso Almasri, come richiesto a più riprese dall'opposizione che, in protesta con l'atteggiamento opaco del governo sulla vicenda, aveva imposto la sospensione dei lavori parlamentari per una settimana.

L'opposizione attendeva risposte sulla condotta del governo, che ha prima arrestato e poi rilasciato il capo della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish nonostante pendesse su di lui un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità e crimini di guerra, rimpatriandolo a Tripoli su un aereo di Stato italiano.

Per questo la scorsa settimana la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i suoi due ministri e il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, sono stati raggiunti da una comunicazione di iscrizione nel registro delle notizie di reato - l'avviso con cui la procura avverte un ministro di aver inviato gli atti di una denuncia a suo carico al tribunale dei ministri, che dovrà poi decidere se avviare o meno un'indagine - con le ipotesi di reato di favoreggiamento e peculato.

Nel rispondere alle insistenti critiche dell'opposizione, i ministri Nordio e Piantedosi hanno essenzialmente ripetuto la versione offerta nelle scorse settimane, attaccando l'Interpol, la Corte penale internazionale e la magistratura.

Cosa ha detto il ministro della Giustizia Nordio

Il primo a parlare sia alla Camera sia al Senato è stato il ministro della Giustizia Nordio, contestato in diversi passaggi. Il Guardasigilli ha ribadito che la comunicazione della questura al ministero - che deve essere obbligatoriamente informato nel caso di un mandato di arresto internazionale - è arrivata ad arresto già avvenuto.

Ha poi accusato l'Interpol di aver trasmesso una comunicazione "assolutamente informale, priva di dati identificativi e priva del provvedimento in oggetto e delle ragione sottese. Non era nemmeno allegata la richiesta di estradizione".

Ha criticato la Corte penale internazionale, dichiarando che il mandato di arresto internazionale emesso il 18 gennaio mancava completamente di coerenza, era "in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba" e quindi presentava a sua detta "una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l'immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d'appello".

“Credo che un'altra mia iniziativa sarebbe stata impropria e frettolosa nei confronti della Corte di Appello e avrebbe dimostrato carenza di attenzione non aver rivelato queste anomalie", ha affermato Nordio, definendo il lavoro della Cpi un "pasticcio frettoloso" su un "atto così solenne".

È mia intenzione, ha aggiunto, chiedere alla Cpi giustificazione sulle incongruenza di cui è stato mio dovere riferire”.

Il Guardasigilli ha poi attaccato la magistratura per le accuse di favoreggiamento e peculato, parlando di un "intervento sciatto" che rende il dialogo estremamente difficile. "Mi ha deluso l'atteggiamento di una certa parte della magistratura che si è permessa di sindacare l'operato del ministero senza aver letto le carte. Cosa che può essere perdonata ai politici ma non a chi per mestiere le carte le dovrebbe leggere".

Cosa ha detto il ministro degli Interni Piantedosi

Dopo Nordio, è stata la volta dell’informativa di Piantedosi, che per prima cosa ha escluso ogni pressione da parte delle autorità libiche, con cui l'Italia intrattiene dei controversi accordi per il contrasto al flusso migratorio nel Mediterraneo.

Almasri "non è mai stato un interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio. Smentisco, nella maniera più categorica, che il governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque", ha detto il ministro dell'Interno.

"L'espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell'ordine pubblico".

Riguardo all’aereo usato per trasferire Almasri, poi, il ministro dell’Interno ha spiegato che la modalità di rimpatrio è in linea con quanto avvenuto in numerosi analoghi casi anche in anni precedenti e con governi diversi dall'attuale.

"La predisposizione dell'aereo già nella mattina del 21 gennaio - un elemento che ha generato polemica - rientra tra le iniziative a carattere preventivo, e quindi aperte a ogni possibile scenario (ivi compreso l'eventuale trasferimento in altro luogo di detenzione)", ha dichiarato.

Piantedosi ha anche sottolineato, come già fatto da Meloni insinuando un accanimento della Cpi nei confronti dell'Italia, come la Corte abbia emesso il mandato d'arresto solo nel momento in cui Almasri ha raggiunto il territorio italiano, quando già nei giorni precedenti aveva transitato in diversi Paesi europei.

Deputati di Alleanza verdi sinistra mostrano i segni di tortura sui migranti detenuti nelle carceri libiche durante l'infomativa del governo sul caso Almasri, 5 febbraio 2025
Deputati di Alleanza verdi sinistra mostrano i segni di tortura sui migranti detenuti nelle carceri libiche durante l'infomativa del governo sul caso Almasri, 5 febbraio 2025 Gregorio Borgia/Copyright 2024 The AP. All rights reserved

La dura reazione dell'opposizione

Ci sono stati momenti di tensione in aula a causa delle proteste dei partiti d'opposizione, che hanno definito contraddittori i due interventi e hanno duramente criticato la scelta della presidente del Consiglio di non presentarsi in aula con i suoi ministri. I principali esponenti hanno preso la prola in risposta all'informativa di Nordio e Piantedosi.

"La presidente Meloni scappa dal Parlamento, un grande atto di viltà istituzionale. Nordio giudice assolutore di Almasri, si deve vergognare", ha detto il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. "Meloni manca di rispetto al Paese, il Guardasigilli parla da avvocato difensore di un torturatore", ha affermato la segretaria del Partito democratico Elly Schlein.

Alla fine dell'intervento della lora segretaria i deputati del Pd hanno esposto dei fogli raffiguranti dei conigli con su scritto "Meloni dove sei", "Meloni patriota in fuga".

Negli scorsi giorni Meloni ha pesantemente attaccato la magistratura, accusando una sua parte di essere "politicizzata" e di remare contro il lavoro del governo per il Paese.

I deputati di Alleanza Verdi Sinistra hanno invece esposto dei manifesti che mostrano i segni di tortura sui corpi dei migranti detenuti nelle carcere libiche gestite da Almasri. Nel carcere di Mittiga, a Tripoli, da lui diretto, si parla di decine di uccisioni dal febbraio del 2015, nonché di torture e violenze sessuali.

Il segretario di +Europa Riccardo Magi ha nuovamente chiesto l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sull'attuazione degli accordi Italia-Libia, stretti fin dal 2017 per affidare alle autorità libiche il contrasto del flusso migratorio nel Mediterraneo e impedire le partenze dalle coste nordafricane con fondi e risorse dello Stato italiano.

Deputati del Partito democratico espongono dei fogli che criticano l'assenza di Giorgia Meloni alla Camera durante l'informativa del governo sul caso Almasri, 5 febbraio 2025
Deputati del Partito democratico espongono dei fogli che criticano l'assenza di Giorgia Meloni alla Camera durante l'informativa del governo sul caso Almasri, 5 febbraio 2025 Gregorio Borgia/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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