Il segretario generale della Nato Mark Rutte ha ribadito la sua posizione sulle spese militare, che a suo avviso vanno aumentate. Si è in questo senso allineato alle posizioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha esortato gli alleati occidentali dell'Ucraina a fornire ulteriore sostegno a Kiev, dichiarando di essere d'accordo con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che in precedenza aveva chiesto ai Paesi membri dell'Alleanza di aumentare il loro bilancio per la difesa dal 2 al 5 per cento del loro Prodotto interno lordo.
Rutte: "Se la Russia vincesse in Ucraina esploderebbero i costi per la difesa"
Intervenendo a una tavola rotonda in occasione dell'incontro annuale del World Economic Forum a Davos, l'ex primo ministro olandese ha precisato che il bilancio della difesa dell'Europa è in media del 2 per cento, ribadendo che a suo avviso dovrebbe essere "molto di più. Credo che Trump abbia ragione nel dire che non stiamo spendendo abbastanza".
Rutte ha anche avvertito che una vittoria russa in Ucraina danneggerebbe la credibilità dell'alleanza e farebbe schizzare i costi della difesa a migliaia di miliardi di euro.
"Se l'Ucraina perde, per ripristinare la deterrenza del resto della Nato sarà necessario pagare un prezzo molto, molto più alto di quello che stiamo considerando in questo momento in termini di aumento delle spese e della produzione industriale", ha detto Rutte.
Zelensky: "Necessari 200mila uomini per la sicurezza ucraina in caso di cessate il fuoco"
Parlando a margine del World Economic Forum, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha da parte sua affermato che sono necessari almeno 200mila uomini per garantire la sicurezza dell'Ucraina in caso di cessate il fuoco con la Russia.
"Se la Russia ha un esercito di 1,5 milioni di uomini significa che anche noi abbiamo bisogno di contingenti con un numero molto elevato di soldati", ha aggiunto il capo di Stato di Kiev.
Trump ha minacciato Putin in caso Mosca rifiutasse di negoziare
Trump, entrato in carica lunedì, si è impegnato a porre fine alla guerra: una promessa fatta durante la campagna elettorale.
Sebbene non abbia delineato il suo piano per farlo, mercoledì ha minacciato il Cremlino di imporre sanzioni se non si raggiungerà presto un accordo. Tuttavia, in Europa cresce il timore che il miliardario americano possa caldeggiare condizioni sfavorevoli per l'Ucraina, pur di chiudere il conflitto.
"Se ottenessimo un cattivo accordo, significherebbe solo che vedremo il presidente della Russia brindare con i leader della Corea del Nord, dell'Iran e della Cina e non possiamo accettarlo. Sarebbe geopoliticamente un grosso, grosso errore", ha affermato Rutte.