Il presidente turco Erdoğan ha ribadito la posizione della Turchia contro le minacce all'integrità della Siria, avvertendo che Ankara agirà rapidamente in risposta a qualsiasi minaccia percepita
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha giurato lunedì di difendere l'integrità territoriale della Siria e ha promesso di proseguire la lotta dello Stato turco contro il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) durante un discorso tenuto al termine della prima riunione del suo governo del 2025.
"Con i cambiamenti storici che hanno avuto luogo nella vicina Siria, è iniziata una nuova era sia in questo Paese che nella nostra regione", ha dichiarato Erdoğan.
Turchia pronta a intervenire militarmente in Siria contro separatisti curdi
Il presidente ha ribadito il fermo sostegno della Turchia alla Siria e ha sottolineato l'opposizione del Paese a qualsiasi minaccia di destabilizzazione. Ha inoltre avvertito che Ankara non esiterà ad agire con rapidità contro le minacce percepite.
"Se dovessimo intercettare un rischio in questo senso, prenderemo rapidamente le misure necessarie", ha concluso Erdoğan.
Gli attacchi militari israeliani sul territorio siriano
I commenti del presidente turco arrivano dopo i ripetuti attacchi aerei israeliani sulla Siria che continuano a colpire armi e infrastrutture militari.
Dallo scoppio della guerra civile siriana nel 2011, Israele ha effettuato centinaia di attacchi aerei nel Paese, anche se raramente li riconosce. Afferma che i suoi obiettivi sono i gruppi sostenuti dall'Iran che hanno appoggiato l'ex dittatore della Siria, Bashar al-Assad.
Durante il suo discorso, il leader turco ha anche affrontato la storica campagna militare contro il PKK, affermando che "l'organizzazione separatista e la sua controparte siriana ha le ore contate", riferendosi alle Unità di Difesa del Popolo (YPG) nel nord della Siria.
Erdoğan ha poi promesso di voler realizzare una 'Turchia libera dal terrore' con mezzi pacifici, se possibile, ma con la forza, se necessario, facendo potenzialmente riferimento a una proposta avanzata dal suo partner nell'alleanza ultranazionalista per il possibile rilascio del leader del PKK imprigionato, Abdullah Öcalan, in cambio dello scioglimento del gruppo armato.
Dove sono i curdi in Siria e cosa è successo durante la guerra
Durante la rivolta siriana iniziata nel 2011 poi sfociata in una sanguinosa guerra, le Forze Democratiche Siriane (SDF), dominate dai curdi, si sono ritagliate un'enclave di semi-autonomia nel nord-est della Siria, senza mai allearsi completamente con al-Assad a Damasco né con i ribelli che volevano rovesciarlo.
Ankara considera l'SDF un'affiliata del suo nemico giurato, il PKK, che classifica come organizzazione terroristica. La Turchia lancia regolarmente attacchi contro i combattenti curdi in Siria e nel vicino Iraq, accusandoli di essere legati al PKK.
Anche con la famiglia al-Assad fuori dai giochi, la posizione di Ankara sembra immutata, come dimostrato dalla storica visita del Ministro degli Esteri turco Hakan Fidan in Siria, che ha ribadito una posizione forte nei confronti del gruppo guidato dai curdi durante l'incontro con il leader de facto di Hay'at Tahrir al-Sham, Ahmad al-Sharaa.