Il parlamento iraniano ha formalmente sospeso e chiesto la modifica del disegno di legge che, una volta in vigore, inasprirebbe le sanzioni per chi non rispetta l'imposizione del velo obbligatorio. Probabilmente il governo vuole evitare una nuova ondata di proteste di massa come quelle del 2022
Sarebbe dovuta entrare in vigore venerdì in Iran, la legge sull'hijab e la castità che introdurrebbe pene più dure alle donne che non indossano il velo. Il parlamento iraniano ne ha invece chiesto formalmente la modifica, con il presidente del Paese Masoud Pezeshkian che ha definito la legislazione "ambigua e bisognosa di riforme".
Anche se il disegno di legge, approvato nel settembre 2023, non è stato pubblicato ufficialmente, si prevede che inasprirà le restrizioni sul vestiario pubblico delle donne, con sanzioni fino a 15 anni di carcere e multe dal valore di oltre seimila dollari. Le aziende dovrebbero poi denunciare chiunque violi le regole.
Nessun chiarimento sulle modifiche previste alla legge sull'hijab
"Abbiamo chiesto che la legge sulla castità e l'hijab non venga sottoposta al governo", ha dichiarato il vicepresidente iraniano per gli Affari parlamentari Shahram Dabiri. "Il presidente del Parlamento ha richiesto un emendamento al disegno di legge", ha aggiunto Dabiri senza chiarire quale sia la modifica o le tempistiche previste.
Durante le elezioni presidenziali di luglio, l'allora candidato Pezeshkian criticò apertamente il trattamento riservato alle donne iraniane in merito alla questione dell'hijab
Il dibattito sull'hijab si è già riacceso la scorsa settimana, quando Parastoo Ahmadi, una popolare cantante iraniana, è stata arrestata dopo aver trasmesso in streaming su YouTube un concerto virtuale in assenza di pubblico, senza indossare l'hijab.
Più di 300 attivisti per i diritti umani, scrittori e giornalisti iraniani hanno pubblicamente condannato la nuova legge, criticandola come "illegittima e inapplicabile" e incitando Pezeshkian a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.
Il gruppo per i diritti umani Amnesty International ha espresso preoccupazione, affermando che le autorità iraniane stanno "cercando di consolidare il già soffocante sistema di repressione".
Molti ritengono che la sospensione del disegno di legge sia dovuta al timore delle autorità iraniane di innescare nuove proteste di massa come quelle del 2022, scoppiate in seguito all'uccisione della 22enne Mahsa Amini da parte della polizia morale per non aver rispettato la legge sul velo.