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Siria, l'inviato speciale dell'Onu chiede al nuovo regime una Costituzione ed elezioni libere

L'inviato speciale del Segretario generale dell'Onu per la Siria, Geir Pedersen
L'inviato speciale del Segretario generale dell'Onu per la Siria, Geir Pedersen Diritti d'autore  Omar Sanadiki/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Omar Sanadiki/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'inviato speciale Geir Pedersen ha parlato alla stampa al termine di una visita di diversi giorni a Damasco, dove ha incontrato il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa, anche noto come Abu Mohammed al-Jolani

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La Siria ha bisogno di una nuova Costituzione che includa tutti i suoi cittadini e una transizione politica piena che avvii il futuro del Paese: questa la richiesta portata a Damasco, questa settimana, dall'inviato speciale delle Nazioni Unite, Geir Pedersen.

Pedersen ha parlato mercoledì alla stampa nella capitale siriana, dopo avere concluso una visita di alcuni giorni a Damasco e avere incontrato i leader del nuovo governo, a partire da Ahmed al-Sharaa (prima noto con il nom de guerre Abu Mohammed al-Jolani), il capo di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), il gruppo più forte tra la coalizione ribelle che ha portato alla caduta del presidente Bashar al-Assad a inizio mese.

Pedersen (Onu): la nuova Siria riparta dalla Risoluzione 2254

“C'è molta speranza di potere vedere l'inizio di una nuova Siria che, in linea con la Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza, adotterà una nuova Costituzione che garantirà un nuovo contratto sociale per tutti i siriani", ha detto Pedersen parlando alla stampa mercoledì a Damasco.

La risoluzione approvata nel 2015 affermava il forte impegno per la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria e chiedeva, fra le altre cose, misure appropriate per proteggere civili e minoranze etniche e religiose e una transizione politica a guida siriana per porre fine al conflitto e decidere il futuro della Siria.

Pedersen ha auspicato anche "elezioni libere ed eque", quando terminerà la transizione e "arriverà il momento" e esortato in un'intervista alla Bbc tutte le parti, all'interno e all'esterno della Siria, a fare tutto il possibile per creare stabilità nel Paese.

Hts ha diffuso finora dichiarazioni concilianti tramite il suo leader e il governo provvisorio, in carica fino a marzo, senza convincere del tutto chi accusa il movimento di essere nato come una costola di Al Qaida in Siria (era il Fronte al-Nusra), prima di prenderne le distanze.

Non è ancora stato chiarito inoltre, nonostante un incontro a Damasco in questi giorni tra al-Sharaa e Pedersen, se il nuovo regime proseguirà su questa linea apparentemente democratica nè come avverrà la transizione politica prevista per il prossimo anno.

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