L'analista kazako Kuat Dombai osserva che la Cina è diventato il principale partner commerciale di Kazakistan e Uzbekistan, "soppiantando la Russia per la prima volta da quando l'Impero russo ha colonizzato la regione"
Alla vigilia del vertice Brics, il Kazakistan ha dichiarato che il Paese sta ancora "osservando con interesse l'evoluzione" della comunità e, nonostante le proposte ricevute dal presidente Kasym-Jomart Tokayev, la questione dell'adesione all'associazione non è ancora sul tavolo.
Quasi immediatamente in risposta alla notizia la Russia ha deciso di interrompere l'importazione di alcuni prodotti kazaki, per lo più agricoli, ma anche di fiori freschi.
"Il Kazakistan riesporta la maggior parte dei fiori dai Paesi Bassi, dalla Polonia e dal Belgio. Tuttavia, le agenzie competenti di questi Paesi non forniscono un livello di controllo adeguato sulla sicurezza dei prodotti. La decisione è stata presa al fine di preservare il benessere fitosanitario della Russia e il volume delle merci esportate, nonché in considerazione dei numerosi casi (43 casi) di rilevamento nel 2023 e 2024 nei prodotti floreali dell'oggetto di quarantena per i Paesi membri dell'Unione Economica Eurasiatica (Eaeu)- tripide dei fiori occidentale, un polifago. Il danno economico potenziale derivante dalla penetrazione e dalla diffusione del tripide dei fiori occidentale è di oltre 11,5 miliardi di rubli", ha dichiarato l'Agenzia russa di sorveglianza veterinaria e fitosanitaria in un comunicato.
Crescente pressione sul Kazakistan
"Le restrizioni e i divieti alle importazioni di prodotti agricoli e di grano tra il Kazakistan e la Russia riflettono senza dubbio una crescente pressione sul Kazakistan, anche se non è la prima volta che si verificano - ha dichiarato a Euronews Kuat Dombai, direttore del Centro C+5 per gli studi sull'Asia centrale -. In precedenza, la Russia ha ripetutamente vietato il transito di petrolio kazako attraverso il porto di Novorossijsk con vari pretesti di guasti tecnici al terminale, che hanno coinciso con alcune questioni pressanti nelle relazioni bilaterali. Mentre oltre l'80 per cento del petrolio kazako viene esportato in Europa attraverso questo porto".
Euronews: Perché Astana ha preso la decisione di non aderire momentaneamente ai Brics?
Kuat Dombai: Il Kazakistan ha ripetutamente dichiarato che non intende violare o in qualche modo aggirare le misure sanzionatorie imposte alla Russia in relazione alla guerra in Ucraina, il che è in termini pratici un compito molto difficile, dato che il confine terrestre più grande del mondo è di 7.500 chilometri e che si trova in un unico spazio doganale con la Russia all'interno dell'Ueea, l'Unione economica eurasiatica.
Euronews: L'incontro dei Brics si svolge a Kazan mentre è in corso la guerra in Ucraina. In che modo l'aggressione militare russa influisce sulle relazioni tra Russia e Kazakistan?
Kuat Dombai: Il Kazakistan si è indubbiamente trovato in una situazione economica molto difficile, sotto la minaccia di sanzioni secondarie, le catene logistiche tradizionali sono state distrutte, e la società kazaka ha logicamente e sobriamente proiettato la minaccia di possibili prossime rivendicazioni territoriali. Dopo il crollo dell'Urss sono stati due Paesi - Kazakistan e Ucraina - a firmare il Memorandum di Budapest con garanzie da parte dell'Occidente in cambio della rinuncia alle armi nucleari.
Russia: 30 Paesi hanno chiesto di entrare a far parte dei Brics
Molti osservatori occidentali ritengono che, tra le sanzioni internazionali e l'aggressione militare in corso contro l'Ucraina, la Russia stia cercando di dimostrare che i piani per isolare Vladimir Putin sono falliti. Secondo il Cremlino più di 30 Paesi hanno chiesto di entrare a far parte dei Brics, nonostante l'elenco non sia stato reso noto.
Il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha dichiarato in un'intervista ai media russi che "i Brics non costringono nessuno a sacrificare nulla". Secondo Lavrov, "questa associazione non è contro nessuno".
Il capo della diplomazia russa ha anche affermato che il Kazakistan non dovrebbe davvero vedere ostacoli nell'unirsi al blocco. "Mi sembra che a lungo termine, i nostri vicini del sud, i nostri alleati nella Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto) e nell'Eaeu, prima di tutto, vedranno i benefici diretti del riavvicinamento con i Brics", ha detto Lavrov.
"Non è necessario unirsi, ma cooperare nell'implementazione di progetti specifici, non c'è dubbio. Questo è nell'interesse di tutti noi", ha concluso il ministro degli Esteri russo.