L'esercito israeliano ha dichiarato che l'obiettivo principale degli attacchi era il sistema finanziario gestito da Hezbollah, che ruota intorno all'istituto Al-Qard al-Hassan, utilizzato da migliaia di libanesi
L'esercito israeliano (Idf) ha lanciato domenica attacchi in Libano contro istituzioni finanziarie legate a Hezbollah. Prima dei bombardamenti, l'Idf ha emesso avvisi di evacuazione per 24 aree, tra cui 14 nella capitale Beirut, avvertendo la popolazione locale.
"Attaccheremo un gran numero di obiettivi nelle prossime ore e altri ancora nel corso della notte. Nei prossimi giorni riveleremo come l'Iran finanzia le attività terroristiche di Hezbollah utilizzando istituzioni civili, associazioni e ong", ha dichiarato il portavoce dell'IDF, Daniel Hagari.
Centinaia di residenti di Beirut sono fuggiti dalle loro case in seguito agli avvertimenti dell'Idf e poco dopo sono state udite esplosioni in città. Testimoni hanno raccontato di una decina di boati e che la folla in preda al panico ha intasato le strade e causato ingorghi in alcune zone della città.
Hezbollah ha risposto lanciando più di 170 razzi contro Israele domenica, secondo le autorità militari di Israele, con tre persone leggermente ferite da un incendio innescato da un attacco alla città settentrionale di Safed.
Cos'è Al-Qard Al-Hassan, il braccio finanziario di Hezbollah
L'obiettivo principale degli attacchi era Al-Qard al-Hassan, un istitituto finanziario ritenuto la banca di Hezbollah, ha dichiarato un alto funzionario dell'intelligence israeliana. Fondato nel 1983 come organizzazione di beneficenza che offriva microcrediti sociali agli sciiti di Beirut, fornisce servizi finanziari in contanti ed è utilizzata da centinaia di migliaia di libanesi comuni attraverso una trentina di filiali, la metà nella capitale.
Al-Qard al-Hassan, che ha filiali nell'area di Dahiyeh nel sud di Beirut ed è sotto sanzioni degli Stati Uniti e dell'Arabia Saudita, ha dichiarato in un comunicato che la decisione di prenderla di mira è un segno della "bancarotta" di Israele e ha assicurato ai clienti di aver adottato misure per garantire la sicurezza dei loro fondi.
Israele ha attaccato anche obiettivi militari legati ai miliziani libanesi a Beirut, dove è stato colpito un edificio che ospitava l'intelligence e un deposito di armi di Hezbollah, e a Nabatieh, Kafra e Yater nel sud del Paese e nella valle della Bekaa, nell'est.
I nuovi raid arrivano un giorno dopo che il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha dichiarato che le vittime civili in Libano sono "troppo alte". Le autorità sanitarie libanesi affermano che più di 1.700 persone sono state uccise dagli attacchi israeliani nelle ultime settimane, circa un quarto delle quali donne e bambini.
Un anno di escalation di tensioni e frequenti scontri a fuoco transfrontalieri tra Israele ed Hezbollah a causa della guerra a Gaza si è trasformato in una guerra totale il mese scorso. Israele ha lanciato quella che ha definito un'operazione di terra "mirata" in Libano alla fine di settembre, con ben 15.000 truppe che si dice siano all'interno del Paese.
È un confronto tra Israele e Hezbollah o una guerra con il Libano?
L'esercito libanese è rimasto finora ai margini del conflitto. È un'istituzione rispettata in Libano, ma non è abbastanza potente per imporre la sua volontà agli Hezbollah finanziati dall'Iran o per difendere il Paese da un'invasione israeliana.
Hezbollah ha sempre sostenuto di avere cominciato a sparare razzi all'indomani dell'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, in solidarietà con i palestinesi e Gaza. In questo senso, per quanto Israele consideri il Partito di Dio invece un braccio armato di un conflitto più ampio con Teheran (che il 1 ottobre ha attaccato lanciato missili e droni contro Israele), si tengono d'occhio le ipotesi di accordo per la liberazione degli ostaggi e la chiusura delle ostilità nella Striscia dopo l'uccisione di Yahya Sinwar.
Proprio la morte del leader del gruppo armato palestinese, e la possibilità di utilizzare il suo cadavere come moneta di scambio, sono stati discussi in una riunione domenica del gabinetto di sicurezza israeliano.