Nucleare, Grossi vede Putin: cresce la preoccupazione per la centrale di Zaporizhzhia

Vladimir Putin e Rafael Marinao Grossi
Vladimir Putin e Rafael Marinao Grossi Diritti d'autore Valeriy Sharifulin/Sputnik
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Il direttore generale dell'Aiea ha incontrato Putin a Sochi. Al centro dell'incontro la centrale nucleare in Ucraina gestita da Mosca da dopo l'inizio della guerra

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Cresce la preoccupazione da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina. Rafael Mariano Grossi è in visita a Sochi, in Russia, dove ha incontrato il presidente Vladimir Putin per discutere  della centrale nucleare ucraina che si trova sotto il fuoco incrociato da quando Mosca ha inviato truppe in Ucraina nel 2022 e ha sequestrato l'impianto poco dopo. 

Grossi è arrivato nella località turistica di Sochi sul Mar Nero martedì sera, dopo aver annunciato il suo viaggio lunedì. L'ultimo incontro tra i due risale all'ottobre del 2022 nell'ambito degli sforzi dell'Aiea per evitare un disastro nucleare in mezzo alle ostilità in corso.

Reattori spenti ma la centrale nucleare ha bisogno di energia

I sei reattori dell'impianto di Zaporizhzhia sono stati spenti da mesi, ma la centrale ha ancora bisogno di energia e di personale qualificato per far funzionare i sistemi di raffreddamento cruciali e altri dispositivi di sicurezza. Grossi ha dichiarato a Russia Today di aver discusso con Putin la possibilità di riavviare l'impianto e se sarà necessario farlo.

"Direi che, a parte questi tecnicismi, è importante che i leader dei due belligeranti ascoltino il Direttore generale dell'Aiea. Per il momento è così", ha dichiarato al canale televisivo internazionale controllato dallo Stato.

Grossi: "Situazione fluida e precaria"

Grossi ha aggiunto che il colloquio con Putin è stato "professionale e franco" e che ha potuto esprimere la sua opinione, in particolare sulla centrale di Zaporizhzhia. "La situazione continua ad essere estremamente fluida e precaria, come ho detto più volte".

In una precedente conferenza stampa, Grossi ha dichiarato ai giornalisti presenti a Sochi mercoledì di aver avuto una "sessione di lavoro molto intensa ed esaustiva" con i funzionari russi, compresi quelli dell'agenzia statale per l'energia nucleare Rosatom e dei ministeri degli Esteri e della Difesa. "Questo mi ha dato e ci ha dato, credo, l'opportunità di valutare la situazione della centrale nucleare", ha dichiarato. Grossi ha poi incontrato il russo Vladimir Putin e ha dichiarato su X che hanno avuto un "importante scambio" sulla centrale e sulle questioni di non proliferazione nucleare.

A febbraio Grossi si è recato in Ucraina e ha attraversato la linea del fronte per visitare l'impianto controllato dai russi. Ha anche avuto un incontro con il presidente ucraino Vlodymyr Zelensky.

Prima di recarsi in Russia, Grossi ha dichiarato ai giornalisti a Vienna di ritenere importante mantenere un dialogo con entrambe le parti e ha aggiunto che la situazione dell'impianto di Zaporizhzhia "continua ad essere molto fragile".

Accuse di Kiev a Mosca sulla gestione della centrale

Dal momento del sequestro, l'impianto ha subito otto perdite di energia elettrica, obbligando i tecnici all'uso temporaneo di generatori diesel di emergenza, ma si continuano ad affrontare problemi legati al personale.

L'Energoatom ucraina, che gestisce tutte le centrali nucleari del Paese, ha ripetutamente affermato che la Russia ha impedito al personale ucraino qualificato di accedere all'impianto di Zaporizhzhia dopo che era stata rifiutata la cittadinanza russa e un contratto con Rosatom.

Quasi 5.200 lavoratori hanno lasciato l'impianto da quando la Russia ha preso il controllo nel marzo 2022, secondo Petro Kotin, presidente facente funzioni del consiglio di amministrazione di Energoatom. In una dichiarazione rilasciata martedì, Kotin ha affermato che all'inizio dell'anno 360 dipendenti ucraini, che non avevano un contratto con Rosatom, lavoravano ancora presso l'impianto, ma a partire da febbraio non hanno più potuto accedere alla struttura.

Kotin ha detto che i dipendenti ucraini sono stati sostituiti con lavoratori russi o residenti di città e Paesi vicini controllati dalla Russia, spiegando che sono senza esperienza e "che non capiscono cosa sia una centrale nucleare".

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