Gaza, Hrw: Israele non sta rispettando la sentenza della Corte dell'Onu sugli aiuti umanitari

Persone aspettano l'arrivo degli aiuti umanitari, Striscia di Gaza, 25 febbraio 2024
Persone aspettano l'arrivo degli aiuti umanitari, Striscia di Gaza, 25 febbraio 2024 Diritti d'autore Mahmoud Essa/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Con una sentenza storica lo scorso 26 gennaio la Corte internazionale di Giustizia ha ordinato a Tel Aviv di provvedere urgentemente alla consegna degli aiuti umanitari nella Striscia, ma secondo le organizzazioni umanitarie i rifornimenti sono addirittura calati del 30 per cento

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Israele non ha rispettato l'ordine della Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite di fornire aiuti urgenti alla popolazione disperata della Striscia di Gaza.

"Il governo israeliano ha semplicemente ignorato la sentenza della Corte e sta affamando i 2,3 milioni di palestinesi di Gaza, mettendoli ancora più in pericolo di quanto non fossero prima dell'ordine vincolante della Corte mondiale", ha dichiarato Omar Shakir, direttore per Israele e Palestina di Human rights watch. Perché "per certi versi - ha aggiunto - ha persino intensificato la repressione, bloccando ulteriormente gli aiuti salvavita". 

il 26 gennaio scorso, rispondendo in maniera preliminare alla causa per genocidio intentata dal Sudafrica contro Israele, con una sentenza storica l'Alta corte delle Nazioni Unite ha ordinato a Tel Aviv di moderare la sua guerra e di fare tutto il possibile perprevenire morte, distruzione e qualsiasi atto di genocidio nell'enclave palestinese. 

In particolare la Corte ha ordinato a Israele di seguire sei misure provvisorie, tra cui l'adozione di "misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria urgentemente necessari". Cosa che Tel Aviv non sta facendo, denunciano le organizzazioni umanitarie.

Human rights watch ha notato un calo del 30 per cento nel numero medio giornaliero - già gravemente insufficiente - di camion di aiuti entrati a Gaza nelle settimane successive alla sentenza del Tribunale internazionale.

A soffrire di più è il nord della Striscia

A pagarne più di tutti le spese sono i circa 300mila palestinesi rimasti nel nord della Striscia, quasi completamente distrutto dall'esercito israeliano. La settimana scorsa sia il Programma alimentare mondiale sia l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi sono state costrette a sospendere le consegne di aiuti nell'area, perché continuamente ostacolate dalle forze israeliane. 

L'Associazione delle agenzie internazionali per lo sviluppo, una coalizione di oltre settanta organizzazioni umanitarie che operano a Gaza e in Cisgiordania, ha dichiarato che quasi nessun aiuto ha raggiunto le aree di Gaza addirittura a nord della sola Rafahdopo la sentenza del Tribunale.

Israele nega di limitare l'ingresso degli aiuti e incolpa invece le organizzazioni umanitarie, affermando che grandi carichi di aiuti rimangono fermi sul lato palestinese del valico principale. 

Ma come spesso sottolineato dall'Onu, il valico non è sempre facilmente raggiungibile: a volte è troppo pericoloso a causa degli attacchi israeliani e dei combattimenti o degli assalti da parte di folle di palestinesi disperati.Le Nazioni Unite hanno chiesto a Israele di aprire altri valichi anche nel nord e di migliorare il processo di consegna.

L'ufficio di Netanyahu ha dichiarato che il Gabinetto di guerra ha approvato un piano per consegnare gli aiuti umanitari in modo sicuro a Gaza, in modo da "prevenire i casi di saccheggio". Non ha rivelato ulteriori dettagli.

I progressi dei negoziati per un cessate il fuoco

Secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è possibile che un accordo per un cessate il fuoco temporaneo tra Hamas e Israele vada in porto entro lunedì prossimo. "Il mio consigliere per la sicurezza nazionale mi ha detto che siamo vicini. Siamo vicini. Non abbiamo ancora finito", ha detto Biden ai giornalisti durante una visita a New York lunedì. "La mia speranza è che entro lunedì prossimo ci sia un cessate il fuoco", ha dichiarato.

Il presidente Usa ha anche ribadito che se si raggiungerà davvero un accordo nei prossimi giorni e questo prevederà il rilascio degli ostaggi, Israele sarebbe disposto a includere nella pausa l'imminente Ramadan, il mese di digiuno sacro per i musulmani che quest'anno inizierà il 10 marzo.

"Il Ramadan è alle porte e gli israeliani hanno concordato di non impegnarsi in attività anche durante il Ramadan, per darci il tempo di liberare tutti gli ostaggi", ha detto Biden.

Secondo Reuters lunedì funzionari israeliani si sono recati in Qatar, dove Hamas ha il suo ufficio politico, per lavorare sui termini della tregua e sul rilascio degli ostaggi, dopo che i negoziatori statunitensi, egiziani e qatarioti sono riusciti a mediare "un'intesa sul quadro generale" del cessate il fuoco durante i colloqui dello scorso weekend a Parigi.

In base all'accordo Hamas dovrebbe liberare alcune delle decine di ostaggi che detiene nella Striscia in cambio del rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi e di una sospensione dei combattimenti di sei settimane. Durante la pausa temporanea, dovrebbero entrare a Gaza centinaia di camion umanitari ogni giorno e continuerebbero i negoziati per il rilascio degli ostaggi rimanenti. 

Le operazioni militari israeliane

Lunedì l'esercito israeliano ha affermato di aver scoperto un'altra rete sotterranea di quelli che definisce "tunnel del terrore", che collega il nord e il sud della Striscia di Gaza. 

Le forze israeliane hanno anche dichiarato di aver ucciso più di trenta uomini armati palestinesi nel quartiere Zeitoun di Gaza City, più di dieci nell'area centrale della Striscia e altri nella città meridionale di Khan Younis. 

Duro il bilancio del ministero della Sanità di Gaza: lunedì sono stati uccisi novanta palestinesi e 164 sono stati feriti dagli attacchi israeliani, portando il totale delle vittime a 29.782 morti e 70.043 feriti.

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Lunedì Israele ha effettuato attacchi aerei a ovest della città libanese di Baalbek, uccidendo almeno due membri di Hezbollah, secondo quanto riferito a Reuters da fonti libanesi. In precedenza il gruppo sciita libanese aveva dichiarato di aver abbattuto per la seconda volta un drone israeliano utilizzando un missile terra-aria.

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