Protesta agricoltori: l'Italia propone taglio tasse, agricoltori divisi su manifestazioni a Roma

Agricoltori protestano contro il piano europeo che prolunga l'importazione dei prodotti agricoli ucraini, nei pressi del confine con l'Ucraina a Zahony (9 febbraio 2024)
Agricoltori protestano contro il piano europeo che prolunga l'importazione dei prodotti agricoli ucraini, nei pressi del confine con l'Ucraina a Zahony (9 febbraio 2024) Diritti d'autore Attila Balazs/MTI - Media Service Support and Asset Management Fund
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Di Gabriele Barbati
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Il governo italiano ha proposto l'esenzione dall'Irpef per i redditi agrari fino ai 15 mila euro. Divise le sigle degli agricoltori: alcune pronte a terminare la protesta dei trattori, altre annunciano manifestazioni a Roma e Bruxelles

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Le concessioni del governo potrebbero convincere di nuovo i gruppi più radicali della protesta degli agricoltoriad annullare le iniziative in programma, come già fatto la settimana scorsa per la grande manifestazione dei trattori annunciata a Roma.

Il governo taglia l'Irpef ai redditi agricoli fino a 15mila euro

Oltre all'esenzione fiscale già decisa sui redditi di coltivatori diretti e imprenditori agricoli sotto i diecimila euro annui, il governo ha proposto una riduzione del 50 per cento dell'Irpef per quelli superiori entro i 15 mila euro. 

La misura sarà votata all'interno del decreto cosiddetto Milleproroghe che sarà in Parlamento giovedì e sui cui il governo porrà probabilmente la fiducia.

Le diverse sigle della protesta degli agricoltori si dividono

Grazie a questi provvedimenti e al tavolo tecnico aperto al ministero per l'Agricoltura, uno dei gruppi principali della mobilitazione, Riscatto Agricolo, si è detto pronto a terminare il presidio di protesta nel giro di qualche giorno.

Altre sigle radicali tuttavia, come Altragricoltura e Popolo produttivo, hanno annunciato l'arrivo a Roma di un centinaio di trattori, una manifestazione al Campidoglio giovedì e la sfilata di due mezzi nel centro città, simile a quella di venerdì scorso.

Quali sono le rivendicazioni degli agricoltori italiani contro la Ue

La maggiore organizzazione del settore, Coldiretti, ha deciso di rivolgersi piuttosto all'Europa. Il suo presidente, Ettore Prandini, incontra martedì il commissario europeo per l'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Coldiretti ha anche convocato una manifestazione a Bruxelles il 26 febbraio in occasione della riunione dei ministri dell'Agricoltura dell'Unione Europea.

Le critiche alla politica agricola europea sono state spiegate da Confagricoltura. "Gli incentivi sono la metà di quelli di venti anni fa. Si aggiungono costi e regole del lavoro non equiparabili, crisi degli accordi multilaterali, aumento del costo del denaro" ha dichiarato il presidente Massimiliano Giansanti al Corriere della Sera.

"Le aziende agricole non ce la fanno più" ha concluso Giansanti, puntando il dito anche contro la pandemia e la guerra in Ucraina.

Proseguono le proteste dei coltivatori nel resto d'Europa

Gli agricoltori belgi hanno bloccato parzialmente martedì il porto di Anversa con centinaia di trattori. "Le azioni degli agricoltori stanno causando gravi disagi al traffico nell'area portuale" si legge sul sito web dello scalo belga, il secondo del continente per traffico merci.

In Spagna invece i coltivatori sono in strada per il settimo giorno di fila contro l'aumento dei costi di produzione, causati dalla politica comune europea e dalla siccità che ha colpito il Paese. Motivi diversi ma disagi simili in Moldova, dove i trattori hanno intasato la principale autostrada per la Romania chiedendo sussidi al governo su carburante e sementi. 

In Polonia gli agricoltori soffrono l'entrata del grano prodotto in Ucraina

Le ire degli agricoltori in Polonia si sono dirette più che altro contro la concorrenza dei prodotti ucraini, a cui l'Ue ha aperto le porte eliminando i dazi all'importazione. 

I dimostranti lamentano soprattutto che il grano proveniente dall'Ucraina ha causato un calo della domanda e dei prezzi per la produzione locale.

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