Valditara: stretta su smartphone e tablet alle scuole elementari e medie

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Di Michela Morsa
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Il ministro dell'Istruzione ha anticipato al Foglio che nelle nuove linee guida sarà caldamente sconsigliato l'utilizzo di dispositivi elettronici in aula, anche per scopi didattici, in coerenza con quanto raccomandato dall'Unesco. Teoricamente in Italia il divieto c'è dal 2007

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Ci sarà una stretta sull'utilizzo di smartphone e tablet alle scuole materne, elementari e medie, anche per scopi didattici. Lo ha anticipato durante un'intervista questo giovedì al Foglio il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, annunciando l'imminente emanazione di nuove "linee guida sulla educazione alla cittadinanza". 

Valditara ha spiegato che la decisione è stata presa in primis per motivi didattici: i dispositivi elettronici costituiscono un elemento crescente di distrazione che incide sul rendimento scolastico, inficia negativamente sulla memoria, la concentrazione e l'attività formativa del ragazzo, come segnalato dall'Unesco

L'uso improprio di smartphone e tablet, inoltre, diventa spesso motivo di tensione tra studenti e insegnanti, sfociando talvolta anche in atti di aggressione nei confronti del personale scolastico. 

Se però il ministro Valditara sembrava parlare di un vero e proprio divieto, poche ore dopo il ministero ha precisato con una nota stampa che ne verrà piuttosto sconsigliato l'utilizzo. La dicitura sarà: "È opportuno evitare l’utilizzo dello smartphone nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Si consiglia invece un uso solo didattico del tablet per le scuole primarie”.

Il lungo dibattito sugli smartphone nelle scuole

Il giro di vite verrà fatto, ragiona sempre sul Foglio il ministro, "in coerenza con quanto sta emergendo da diversi studi, anche internazionali". L'anno scorso l'Unesco ha raccomandato di vietare l'utilizzo degli smartphone nelle classi, notando però che meno di un Paese su quattro ha applicato il divieto

Nel 2018 la Francia ha vietato i telefoni cellulari alle elementari e alle medie. Successivamente la stessa strada è stata imboccata da Svezia, Finlandia e Paesi Bassi. Ora anche il Regno Unito ha annunciato che farà lo stesso.

Secondo un sondaggio di Skuola.net in Italia quasi il 90 per cento degli alunni della scuola media racconta che nella propria scuola c'è già una qualche forma di regolamentazione sull'uso degli smartphone, il 3 per cento è libero da vincoli e paletti, mentre gli altri hanno solo indicazioni "orali".

Valditara aveva già annunciato una stretta sugli smartphone

Già nel 2022, poco dopo essersi insediato, Valditara aveva diffuso una circolare per ribadire un divieto che era stato in verità già previsto nel 2007 dall'allora ministro dell'Istruzione Fioroni: niente cellulari in classe. 

Tuttavia, nella circolare del dicembre 2022 del ministero dell'Istruzione, si consentiva l'utilizzo di dispositivi elettronici in aula, "quali strumenti compensativi nonché, in conformità al regolamento d'istituto, con il consenso del docente, per finalità inclusive, didattiche e formative, anche nel quadro del Piano nazionale scuola digitale e degli obiettivi della cosiddetta cittadinanza digitale".

Il sindacato dei presidi: "No a passi indietro sul digitale in classe"

A questo proposito è intervenuto il sindacato DirigentiScuola che, pur condividendo l'idea di "proteggere i più piccoli da fenomeni di bullismo online e soprattutto di innalzare il livello di attenzione e la qualità del comportamento in classe", chiede di non fare passi indietro sul digitale in classe

"Il vero pericolo è lasciare il digitale fuori dalla scuola. Bisogna distinguere: un conto è l'uso improprio delle tecnologia, un altro è la scelta consapevole delle tecnologie", ha osservato il sindacato. 

"Noi ci rifacciamo all'Unesco quando raccomanda di garantire unuso responsabile della tecnologia educativa perché l'uso della tecnologia favorisce accesso istantaneo a informazioni, app educative, organizzazione e produttività, comunicazione rapida e non dimentichiamo che gli investimenti sul Pnrr a scuola vanno in questa e non in altre direzioni", ha concluso.

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