Nonostante le frizioni con Donald Trump in relazione alle sue dichiarazioni sulla Nato, Tusk ha rilanciato la collaborazione con Washington e ha sostenuto la necessità che l'Europa investa il più possibile per diventare una potenza di sicurezza e difesa
Un battito d'ali dall'altra parte dell'oceano produce uragani se a farlo è l'ex presidente degli Stati Uniti, nuovamente in corsa alle elezioni presidenziali, Donald Trump.
È il primo ministro polacco Donald Tusk, in visita a Parigi e Berlino, a stringere le fila dell'alleanza atlantica dopo le dichiarazioni di Trump che - dice - ''incoraggerebbe" la Russia ad attaccare gli alleati Nato non in regola con i pagamenti delle quote.
Polonia, Francia e Germania, insieme per la difesa comune
"Le parole di Trump sono una doccia fredda, soprattutto in relazione alla minaccia che stiamo affrontando" ha detto Tusk, sottolineando tra le altre cose che la Polonia destina circa il 4% del Pil alla difesa comune.
Secondo l'accordo Nato, gli alleati devono investire in sicurezza e difesa il 2% del prodotto interno lordo, ma oggi più della metà degli Stati membri erogano meno risorse di quelle pattuite, anche in relazione al fatto che le cifre sono proporzionali al Pil del Paese erogatore.
Tusk ha dunque rilanciato la collaborazione con gli Stati Uniti e ha sostenuto la necessità che l'Europa investa il più possibile per diventare una potenza di sicurezza e difesa, con una maggiore capacità di sostenere l'Ucraina.
A Berlino, durante la visita di Tusk, anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è soffermato sulle dichiarazioni di Trump, ma senza mai citarlo.
"Nessuno può giocare con la sicurezza dell'Europa" ha aggiunto Scholz.
La comune battaglia contro le fake news russe
Al tempo stesso, i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia hanno concordato un sistema di protezione contro la disinformazione di Mosca e gli attacchi dei troll russi su Internet e sui social.
"Le prossime elezioni europee e le Olimpiadi di Parigi sono possibili bersagli" ha detto il ministro degli Esteri francese Stephane Sejourné, che ha parlato di circa duecento siti di fake news già individuati.
Sul fronte beni russi congelati il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, plaude alla decisione del Consiglio europeo, che valuta il possibile utilizzo delle entrate straordinarie derivanti dai beni russi congelati.
"Incoraggiamo le azioni necessarie per permetterne l'uso a beneficio dell'Ucraina" ha scritto sui social Kuleba.