Una corte di appello di Washington ha deciso martedì che un presidente "non può essere al di sopra della legge dopo il suo mandato". Trump attende quattro processi, che continuano a essere rinviati, mentre il voto di novembre si avvicina
I giudici hanno negato per la seconda volta in pochi mesi all'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, la richiesta di immunità dalle accuse di avere tentato di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020.
La corte di appello federale del Distretto di Columbia, a Washington,ha stabilito che il "presidente non può essere al di sopra della legge una volta terminata la carica".
"Senza la completa immunità, il presidente degli Stati Uniti non può svolgere le sue funzioni" ha commentato Steven Cheung, un portavoce di Trump che ora si prepara a ricorrere alla Corte Suprema.
L'ex presidente è stato incriminato nella capitale federale degli Stati Uniti per avere istigato l'assalto al Campidoglio del gennaio 2021 e in Georgia per avere cercato di ribaltare la sconfitta alle urne contro Joe Biden, quattro anni fa, proprio mentre si prepara a sfidarlo di nuovo come candidato repubblicano alle presidenziali di novembre.
Trump prova a rinviare i processi a dopo le elezioni Usa
Questi due rinvii a giudizio, e altri due a New York e in Florida, hanno finora incrementato il consenso popolare di Trump, che rischia tuttavia il contraccolpo di un'eventuale condanna nei processi attesi nei prossimi mesi. Se venisse rieletto a novembre, invece, potrebbe concedersi la grazia o fare chiudere il caso dal nuovo ministro della Giustizia da lui nominato.
A dicembre, la richiesta di immunità per i presunti reati commessi dall'ex presidente durante il suo mandato alla Casa Bianca, dal 2017 al 2021, era stata respinta da una giudice di primo grado di Washington.
Nonostante le pronunce a sfavore, i tempi richiesti da queste azioni legali hanno reso necessario posticipare l'apertura dei processi a carico di Trump, che potrebbero dunque non concludersi entro il voto presidenziale del 5 novembre.