Continuano gli attacchi delle forze israeliane nella Striscia. La Mezza Luna Rossa accusa Israele di aver colpito l'ospedale Al-Amal. Cresce la preoccupazione per donne e bambini
Mentre continuano i pesanti combattimenti a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, la Mezzaluna Rossa Palestinese accusa Israele di aver colpito l'ospedale Al-Amal, una delle poche strutture mediche di Gaza ancora funzionanti. Secondo l'organizzazione l'ospedale è stato preso di mira dai droni israeliani.
In precedenza è stato riferito che unità corazzate israeliane si sono avvicinate all'ospedale Nasser, il più grande del suo genere ancora funzionante. La parte israeliana sostiene che il Nasser si trova proprio nella "roccaforte" del leader di Hamas Yahya Sinwar. Mentre l'Idf continua a insistere, si moltiplicano gli appelli per una soluzione di cessate il fuoco, sia dall'esterno che dall'interno di Israele.
Gli Stati Uniti insistono su una soluzione a due Stati per Israele e Palestina
La Casa Bianca ha dichiarato che continuerà a cercare di convincere i leader israeliani a perseguire il concetto dei due Stati una volta terminata la guerra. In precedenza, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto direttamente questa soluzione, scatenando speculazioni sul deterioramento delle relazioni con l'alleato chiave di Israele.
In Israele, accanto alle numerose manifestazioni contro la guerra, la spaccatura nel governo sta diventando visibile. Gadi Eisenkot, ex capo di stato maggiore, ora membro del gabinetto di guerra, chiede elezioni anticipate "per riconquistare la fiducia" del governo, poiché l'attuale gabinetto, "sta rapidamente perdendo fiducia".
In precedenza, Eisenkot aveva accusato i politici di fatto e i militari di "non dire la verità" sugli obiettivi e sui progressi della guerra. L'ufficiale insiste sul fatto che non c'è altro modo per salvare gli ostaggi se non quello di chiedere una tregua nel conflitto, poiché qualsiasi tentativo di liberarli con la forza è destinato a fallire. Il proclamato obiettivo finale della guerra, sconfiggere completamente Hamas, Eisenkot lo considera "irrealistico".
Donne e bambini sono principali vittime della guerra tra Israele e Hamas
Le donne e i bambini sono le principali vittime del conflitto armato, con circa due madri che perdono la vita ogni ora dall'attacco a sorpresa di Hamas contro Israele dello scorso 7 ottobre, ha dichiarato venerdì l'agenzia delle Nazioni Unite che promuove l'uguaglianza di genere (Un Women). A causa degli oltre cento giorni di conflitto, ha aggiunto l'agenzia, almeno tremila donne potrebbero essere diventate vedove e capofamiglia e almeno diecimila bambini potrebbero aver perso i genitori.
In un rapporto pubblicato venerdì, l'agenzia ha sottolineato la disuguaglianza di genere e l'onere per le donne di fuggire dai combattimenti con i bambini e di essere sfollate più volte. Dei 2,3 milioni di abitanti del territorio, si legge, 1,9 milioni sono sfollati e "quasi un milione sono donne e ragazze" in cerca di rifugio e sicurezza. La direttrice esecutiva Sima Bahous ha detto che si tratta di "una crudele inversione di tendenza" rispetto ai combattimenti dei 15 anni precedenti all'attacco di Hamas. In precedenza, il 67% di tutti i civili uccisi a Gaza e in Cisgiordania erano uomini e meno del 14% erano donne.
Il numero delle vittime nel conflitto tra Israele e Hamas
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, afferma che quasi 25.000 palestinesi sono stati uccisi nel conflitto, il 70% dei quali donne e bambini. Le Nazioni Unite affermano che più di mezzo milione di persone a Gaza, un quarto della popolazione, sta morendo di fame. Bahous ha dichiarato che Un Women ha sentito "testimonianze scioccanti di violenze sessuali inconcepibili durante gli attacchi" da parte di Hamas, e ha fatto eco agli appelli delle Nazioni Unite per la responsabilità, la giustizia e il sostegno a tutte le persone colpite.
Bahous ha affermato che devono arrivare molti più aiuti a Gaza, soprattutto a donne e bambini, e che la guerra deve finire. "È tempo di pace", ha detto. "Lo dobbiamo a tutte le donne e le ragazze israeliane e palestinesi. Questo non è il loro conflitto. Non devono continuare a pagarne il prezzo".