Clima: in Italia, nel 2023, aumentati del 22 per cento gli eventi meteorologici estremi

Una delle inondazioni che stanno colpendo la Germania
Una delle inondazioni che stanno colpendo la Germania Diritti d'autore Friso Gentsch/(c) Copyright 2023, dpa (www.dpa.de). Alle Rechte vorbehalten
Diritti d'autore Friso Gentsch/(c) Copyright 2023, dpa (www.dpa.de). Alle Rechte vorbehalten
Di Andrea Barolini
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Un rapporto di Legambiente ha recensito 378 eventi meteorologici estremi, causati o amplificati dai cambiamenti climatici in atto

PUBBLICITÀ

378 eventi meteorologici estremi, il 22% rispetto al 2022. Si chiude con un bilancio inquietante l'anno in corso, dal punto di vista degli impatti climatici in Italia, tra alluvioni, frane, mareggiate, grandinate e temperature eccezionali. Tra le città più colpite: Roma, Milano, Fiumicino, Palermo e Prato. Tra le regioni, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana insieme alle province di Roma, Ravenna e Milano. Il tutto con ben 11 miliardi di euro previsti solo per riparare i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana.

"Italia in grave ritardo nell'adattamento ai cambiamenti climatici"

A fotografare la situazione è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato assieme al gruppo Unipol, secondo il quale il nostro Paese, è "in grave ritardo nella lotta alla crisi climatica, rincorre le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni". Per questo l'associazione ambientalista chiede "l’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e lo stanziamento delle risorse per attuarlo, assenti nella legge di bilancio in via di approvazione".

Il Nord Italia, con 210 eventi meteorologici estremi, si conferma l’area più colpita della Penisola, seguita dal Centro (98) e dal Sud (70). In aumento soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), temperature record registrate nelle aree urbane (+150% rispetto ai casi del 2022), frane da piogge intense (+64%). Seguono le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%). 

A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano nel 2023 le regioni più in sofferenza con, rispettivamente, 62 e 59 eventi che hanno provocato danni, seguite da Toscana con 44, e da Lazio (30), Piemonte (27), Veneto (24) e Sicilia (21). C’è da sottolineare che solo nel mese di luglio la Lombardia è stata colpita da ben 28 eventi, due le vittime. Tra le province più colpite svetta al primo posto Roma con 25 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna con 19, Milano con 17, Varese 12, Bologna e Torino 10.

Aumenta in Italia la frequenza e l'intensità degli eventi meteorologici estremi

A patire fortemente le conseguenze dei cambiamenti climatici ci sono poi le aree montuose. Basti pensare che nel corso del 2023 lo zero termico ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi, con tutto ciò che ne consegue in termini di scioglimento dei ghiacciai.

“Gli eventi meteo estremi – ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – si presentano con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini. Il governo Meloni dovrebbe invece impegnarsi molto di più, puntando su prevenzione, politiche di adattamento al clima, campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro Paese dal più esposto, al centro del mar Mediterraneo, a un esempio per gli altri”.

Tra i casi più drammatici del 2023 figurano le due alluvioni che hanno sconvolto l’Emilia-Romagna: il 2 e 3 maggio la prima e tra il 15 e il 17 maggio la seconda, più grave e che ha coinvolto 44 comuni, principalmente nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, con danni per oltre 8,8 miliardi di euro. Le forti piogge hanno fatto straripare 23 corsi d’acqua e si sono verificate oltre 280 frane in 48 comuni. Numerose le strade e ferrovie chiuse e danneggiate. Il bilancio ufficiale è di 15 vittime, oltre alle tre dell’ondata di inizio maggio che aveva già compromesso abitazioni, viabilità e agricoltura.

Il 2023 sarà probabilmente l'anno più caldo della storia recente della Terra

Ciò nonostante, i governi di tutto il mondo continuano a tentennare nell'azione di contrasto ai cambiamenti climatici. Prova ne è il fatto che, con ogni probabilità, il 2023 sarà secondo gli scienziatil'anno più caldo mai registrato sulla Terra da quando le temperature vengono registrate con regolarità. 

Proprio in questi giorni, forti piogge stanno interessando ampie aree dell’Europa settentrionale e centrale, con gravi rischi di inondazioni. Una diga nei pressi della città tedesca di Magdeburgo è stata aperta per la prima volta da dieci anni, per cercare di allentare la pressione del fiume Elba. Alcuni animali sono stati evacuati da un parco-safari nel nord della nazione europea.

Piogge torrenziali e inondazioni dalla Germania ai Paesi Bassi

Sempre in Germania, alcune centinaia di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case nelle regioni centro-meridionali, per il rischio posto dalle piene dei fiumi. A Dresda il livello dell'Elba ha sfiorato i 4 metri al di sopra del normale, secondo quanto indicato dall'agenzia di stampa Dpa. 

A sud, nella regione tedesca della Turingia, diverse centinaia di abitanti del villaggio di Windehausen, evacuati all'inizio di questa settimana, sono stati autorizzati a tornare a casa dopo il ripristino dell'erogazione elettrica.

Nei vicini Paesi Bassi, il Reno ha raggiunto un picco ben al di sopra dei livelli normali giovedì mattina nel villaggio di Lobith, al confine con la Germania, ma si prevede che diminuirà in modo significativo nel corso della prossima settimana, secondo quando indicato dalle autorità. Nella città olandese di Deventer, che si prevede possa risultare la più colpita, sono stati accatastati sacchi di sabbia lungo il fiume Ijssel, e alcune strade sono state chiuse in attesa delle inondazioni. 

A Budapest, in Ungheria, è straripato il Danubio

In Ungheria, il Danubio è straripato a Budapest e si prevede che giovedì raggiungerà il suo livello massimo. E mentre alcuni corsi d'acqua più piccoli hanno invece iniziato a ritirarsi, si prevede che il livello del fiume che attraversa la capitale diminuirà lentamente: il picco è previsto per domenica, alla vigilia di Capodanno.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Migranti climatici: le storie di chi dovrà lasciare la propria casa a causa del riscaldamento globale

Ecco perché il cambiamento climatico è una crisi dei diritti dell'infanzia

Crisi climatica, Ue: torna freddo dopo i picchi di caldo a rischio i frutteti