Il Consiglio di sicurezza Onu approva la risoluzione aiuti a Gaza, Stati Uniti e Russia si astengono

I rappresentanti dei Paesi membri votano durante la riunione del Consiglio di sicurezza presso la sede delle Nazioni Unite, venerdì 22 dicembre 2023
I rappresentanti dei Paesi membri votano durante la riunione del Consiglio di sicurezza presso la sede delle Nazioni Unite, venerdì 22 dicembre 2023 Diritti d'autore Yuki Iwamura/AP
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Sono stati tredici i voti a favore e nessuno contrario. Si tratta di un accordo annacquato che non prevede la cessazione delle ostilità

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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione che prevede l'invio di maggiori aiuti a Gaza. La risoluzione è stata approvata con 13 voti a favore, zero voti contrari e due astensioni: Stati Uniti e Russia.

L'iniziativa, presentata dagli Emirati Arabi Uniti (Eau), ha dovuto essere riscritta più volte a causa delle obiezioni di Washington, che ha potere di veto nel Consiglio di sicurezza. 

Il testo chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite  Antonio Guterres di nominare un coordinatore speciale per monitorare e verificare la consegna degli aiuti umanitari all'enclave palestinese, sottoposta a continui bombardamenti dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas il 7 ottobre.

Guterres ha affermato che "il vero problema" nella consegna degli aiuti è rappresentato dall'offensiva israeliana.

La risoluzione non prevede il cessate il fuoco

Dopo giorni di negoziati e rinvii del voto la risoluzione adottata è una versione annacquata rispetto a quella presentata lunedì. Chiede di accelerare immediatamente le consegne di aiuti ai civili disperati di Gaza, ma senza la richiesta originale di una "sospensione urgente delle ostilità per consentire un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli, e di passi urgenti verso una cessazione sostenibile delle ostilità" tra Israele e Hamas.

Il testo chiede invece "misure urgenti per consentire immediatamente un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli, e di creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità". I passi da compiere non sono definiti, ma secondo i diplomatici, se adottati, segnerebbero il primo riferimento del Consiglio alla cessazione dei combattimenti.

Israele controllerà gli aiuti in ingresso a Gaza

Su un punto chiave riguardante le consegne di aiuti, la nuova bozza elimina la precedente richiesta che le Nazioni Unite "controllino esclusivamente tutte le consegne di aiuti umanitari a Gaza fornite attraverso le rotte terrestri, marittime e aeree" da parti esterne per confermare la loro natura umanitaria.

La decisione "mantiene l'autorità della sicurezza di Israele di monitorare e ispezionare gli aiuti in ingresso a Gaza". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan che ha ringraziato gli Usa "per la loro ferma posizione a fianco di Israele". Secondo Erdan, l'Onu si è focalizzato solo sugli aiuti a Gaza, invece di farlo sulla "crisi umanitaria degli ostaggi". 

La reazione degli Stati Uniti e di Israele

"Israele continuerà la guerra fino al rilascio di tutti i rapiti e all'eliminazione di Hamas nella Striscia di Gaza". Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen definendo tuttavia "giusta la decisione del Consiglio di sicurezza che l'Onu garantisca una razionalizzazione nel trasferimento degli aiuti umanitari e assicurarsi che arrivino a destinazione e non ad Hamas".

L'ambasciatrice statunitense all'Onu

"Sappiamo che molto altro deve essere fatto" per affrontare "questa crisi umanitaria. Ma siamo chiari: Hamas non è interessata a una pace durata. Dobbiamo lavorare a un futuro in cui israeliani e palestinesi vivono fianco a fianco". Lo afferma l'ambasciatrice statunitense all'Onu Linda Thoms-Greenfield, dicendosi sorpresa e delusa dal fatto che il Consiglio di sicurezza non sia stato in grado di condannare l'attacco di Hamas del 7 ottobre.

"Questa risoluzione parla della gravità della crisi", aggiunge sottolineando che "non c'è più tempo da perdere. Dobbiamo lavorare insieme per alleviare questa immensa sofferenza".

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