Striscia di Gaza: Usa pronti a sostenere la risoluzione Onu, ma Mosca si oppone alle modifiche

Bambini palestinesi in coda per ricevere un pasto gratuito, Striscia di Gaza, 21 dicembre 2023
Bambini palestinesi in coda per ricevere un pasto gratuito, Striscia di Gaza, 21 dicembre 2023 Diritti d'autore Fatima Shbair/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Michela Morsa
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Il voto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato rimandato una quarta volta, ora perché la Russia e altri Paesi membri lamentano il linguaggio troppo smussato del testo. Eliminato il riferimento a una cessazione delle ostilità

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Dopo giorni di negoziati e rinvii, gli Stati Uniti hanno dichiarato che sosterranno la risoluzione delle Nazioni Unite sul conflitto nella Striscia di Gaza, se sarà messa sul tavolo così com'è stata modificata. 

Lo ha detto l'ambasciatrice statunitense all'Onu Linda Thomas-Greenfield al Consiglio di sicurezza di New York: "Voglio solo condividere con voi che abbiamo lavorato duramente e diligentemente nel corso dell'ultima settimana con gli Emirati, con altri, con l'Egitto, per arrivare a una risoluzione che possiamo sostenere. E ora abbiamo questa risoluzione. Siamo pronti a votarla. Ed è una risoluzione che porterà assistenza umanitaria a chi ne ha bisogno". 

A questo punto la bozza doveva essere votata giovedì, ma il voto è stato rimandato - per la quarta volta - a venerdì. Secondo l'agenzia di stampa Reuters, a causa dell'insoddisfazione della Russia e di altri membri del Consiglio, che durante i colloqui a porte chiuse si sono lamentati delle modifiche apportate per convincere gli Stati Uniti a sostenere la risoluzione. 

Dal testo sarebbe stata tolta la richiesta esplicita di una sospensione immediata delle ostilità. Con un linguaggio più smussato, ora il documento chiederebbe "misure urgenti per consentire immediatamente un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli a Gaza" e la "creazione di condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità". 

Continuano le operazioni dell'esercito israeliano

Nel report dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) si legge che "il 21 dicembre pesanti bombardamenti israeliani dall'aria, dalla terra e dal mare sono continuati nella maggior parte della Striscia di Gaza. Intense operazioni di terra e combattimenti tra le forze israeliane e i gruppi armati palestinesi sono continuati nella maggior parte delle aree di Gaza, a eccezione di Rafah. È continuato il lancio di razzi da parte di gruppi armati palestinesi verso Israele". 

Oltre ventimila morti a Gaza dall'inizio della guerra

Il portavoce dell'Idf ha riferito che nell'ultimo mese le truppe israeliane hanno ucciso circaduemila militanti palestinesi, sia in operazioni di terra che durante attacchi aerei e navali. Il bilancio totale delle vittime, secondo il ministero della Sanità di Gaza, ha superato quota ventimila.

Raid nel centro ambulanze a Jabalia

Giovedì, la Mezzaluna rossa palestinese (Prcs) ha riferito di un raid delle forze israeliane nel centro ambulanze dell'organizzazione a Jabalia, il centro profughi nel nord di Gaza più volte al centro di violenti attacchi da parte dell'Idf. La Prcs ha detto che le truppe hanno invaso il centro, poi hanno arrestato gli equipaggi e i paramedici e li hanno portati in una località sconosciuta, mentre bambini e donne sono rimasti intrappolati all'interno della struttura. 

In un aggiornamento su X di venerdì mattina la Mezzaluna rossa ha detto che le forze israeliane hanno rilasciato parte del personale, ma otto persone sono ancora in detenzione. I soldati hanno distrutto il dispositivo centrale di comunicazione radio e tutte le ambulanze presenti nel centro. 

L'Idf continua a organizzare operazioni di durata relativamente breve anche in Cisgiordania. Giovedì sera, unità israeliane sono state viste a Ramallah.

Herzog accusa le Nazioni Unite per gli aiuti umanitari in ritardo

In un incontro con i senatori francesi, il presidente israeliano Isaac Herzog ha accusato le Nazioni Unite di essere responsabili dello scarso afflusso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza: "Purtroppo, a causa della totale incapacità delle Nazioni Unite di lavorare in collaborazione con gli altri partner della regione, non è stato possibile consegnare più di 125 camion al giorno", ha detto. 

"Oggi è possibile consegnare a Gaza il triplo degli aiuti umanitari se le Nazioni Unite, invece di lamentarsi tutto il giorno, facessero il loro lavoro", ha ribadito, dichiarando che Israele ha ispezionato centinaia di camion al giorno ai valichi e che molti di questi sono poi rimasti fuori perché l'Onu "non riesce a tenere il passo". 

Le Nazioni Unite, come anche l'Egitto, rispediscono le accuse al mittente, osservando come sia puramente impossibile coordinare la logistica in modo adeguato ed effettuare consegne regolari mentre si è costantemente sotto bombardamento

Rischio carestia a Gaza

In questo contesto, l'Onu ha riferito che uno ogni quattro palestinesi della Striscia - 576mila persone - sta morendo di fame. L'ultima analisi del Programma alimentare mondiale mostra che l'intera popolazione di Gaza è in crisi o a livelli di insicurezza alimentare acuta e che il rischio di carestia "sta aumentando ogni giorno". 

"Questo annuncio sul rischio di carestia a Gaza è preoccupante ma non sorprendente. Sono settimane che avvertiamo che, con tali privazioni e distruzioni, ogni giorno che passa porterà solo più fame, malattie e disperazione alla popolazione di Gaza", ha commentato Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti d'emergenza. 

Cipro pronta ad aiutare la popolazione nella Striscia

Il presidente cipriota, Nikos Christodoulides, ha dichiarato giovedì che il suo governo è in attesa del via libera di Israele per l'invio a Gaza di un pacchetto di aiuti umanitari di cui c'è disperato bisogno. I suoi commenti fanno seguito a due giorni di colloqui tra funzionari ciprioti e israeliani per mettere a punto un'iniziativa proposta per la prima volta dalla repubblica insulare a novembre.

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