Elezioni, in Serbia non si cambia. Vince ancora il partito del presidente Vučić

Elezioni in Serbia, il presidente Vučić mette la scheda nell'urna
Elezioni in Serbia, il presidente Vučić mette la scheda nell'urna Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Stefania De Michele
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Secondo Ipsos Serbia / CESID, la Serbia non cambia direzione: il partito del presidente Vučić è in testa alle preferenze dell'elettorato serbo. L'opposizione denuncia irregolarità

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Secondo i primi risultati di Ipsos Serbia / CESID, alle elezioni parlamentari il partito del presidente Vučić doppia l'opposizione e incassa il 46,6 per cento dei consensi contro il 23 per cento della coalizione "Serbia contro la violenza".

Parlando in serata dal quartier generale dell'Sns a Belgrado, la premier Ana Brnabić - in quota al partito del presidente - ha dichiarato che Sns si aggiudica più di 125 seggi al parlamento unicamerale serbo (sui 250 seggi totali). 

Sempre secondo Brnabic, al principale cartello di opposizione, noto come 'La Serbia contro la violenza', sarebbe andato il 23% dei consensi, mentre al Partito socialista serbo (Sps) il 6,5%.

Davanti a una folla di ministri, funzionari del partito e sostenitori, la premier ha smentito tutte le accuse dell'opposizione sulle irregolarità  che avrebbero caratterizzato la giornata elettorale, in particolare l'arrivo di bus dalla Bosnia-Erzegovina con a bordo elettori illegittimi.

La chiusura dei seggi alle 20

In Serbia alle 20 si sono chiusi i seggi dove oggi, dalle 7, si è votato per le elezioni parlamentari anticipate, per il rinnovo del parlamento locale nella provincia autonomia di Voivodina (nord) e per le amministrative in 65 Comuni, compresa la capitale Belgrado.

L'ultimo dato sull'affluenza, relativo alle 19, parlava di una partecipazione del 55,9% degli aventi diritto.

La commissione elettorale ha respinto le denunce dell'opposizione su presunte gravi irregolarità durante le operazioni divoto. Alcune forze di opposizione avevano riferito tra l'altro dell'arrivo a Belgrado di alcuni autobus carichi di non residenti pronti a votare. Altri hanno parlato di pressioni sui votanti e presunte bustarelle per garantire il voto al partito di governo Sns.

Secondo la commissione, si sono registrati come sempre alcuni inconvenienti e diversi casi di irregolarità lievi, non tali da pregiudicare la validità del voto. Tra questi, l'apertura in ritardo di alcuni seggi, l'apposizione delle firme al posto sbagliato sui certificati elettorali dopo il voto, i black out elettrici in alcuni seggi (interpretato come pretesto per falsificare le schede), il voto senza controllo documenti. Anche la premier Ana Brnabic ha respinto quelle che ha definito insinuazioni dell'opposizione per creare tensione.

Il presidente Vučić già in testa ai sondaggi

A meno di 18 mesi dalle ultime elezioni legislative, la Serbia ha rivotato per le elezioni parlamentari anticipate, alle quali ha partecipato il Partito progressista serbo (Sns, conservatore) del presidente Aleksandar Vučić.

Oltre che per il rinnovo del parlamento, i cittadini serbi hanno votato in 65 comuni, tra cui la capitale Belgrado. Durante le ultime elezioni nell'aprile 2022, l'Sns - che è al potere dal 2012 - e i partner della coalizione hanno vinto 120 dei 250 seggi in Parlamento.

Il contesto in Serbia

L'inflazione ha colpito duramente il Paese e pesa in particolare sull'alimentazione.
Il tasso di inflazione sui dodici mesi ha superato il 15 per cento in primavera, per poi scendere all'8 per cento in novembre. 

Il Presidente ha ampiamente affrontato il tema della lotta contro l'aumento dei prezzi, promettendo nei prossimi anni un aumento del salario medio fino a 1.400 euro e un aumento delle pensioni a 650 euro. A settembre, il salario medio nel paese era di 560 euro.

Ascesa dell'estrema destra

La campagna è stata segnata dal dominio del campo presidenziale sui media - secondo diversi studi, il presidente da solo ha occupato il 40% del tempo di trasmissione dedicato alle notizie. Ha anche finito di consacrare il ritorno in politica di figure ultranazionaliste del passato, tra cui Vojislav Seselj. Quest'ultimo, che era un mentore politico di Aleksandar Vučić quando era ancora membro del Partito radicale serbo (estrema destra), è stato condannato per crimini contro l'umanità dalla giustizia internazionale.

Il partito di Vučić dato per favorito

Uno degli ultimi sondaggi, diffuso tre giorni fa, dava l'Sns al 44,6% dei voti, seguito a distanza al 23,6% dal movimento "Serbia contro la violenza", principale cartello di opposizione che ha tra i suoi leader l'ex sindaco di Belgrado Dragan Djilas, e con l'8,7% dal Partito socialista di Serbia (Sps) del ministro degli Esteri Ivica Dačić. 

I socialisti sono stati costantemente alleati con l'Sns in tutti i governi degli ultimi anni a Belgrado. Il presidente populista della Serbia Aleksandar Vučić sta cercando di consolidare la sua presa di potere in un'elezione che è stata inficiata da segnalazioni di gravi irregolarità al termine di una campagna elettorale tesa.

L'opposizione cerca di far virare la Serbia al centro

Si prevede che la competizione principale nelle elezioni parlamentari e locali sarà tra il Partito progressista serbo di Vučić, che gravita a destra, e la coalizione centrista che sta cercando di scalzare i populisti al governo nel travagliato Stato balcanico dal 2012.

La lista di opposizione "Serbia contro la violenza" dovrebbe lanciare la sfida più grande per il consiglio comunale di Belgrado. Secondo gli analisti, una vittoria dell'opposizione nella capitale potrebbe intaccare seriamente la linea dura di Vučić nel Paese. 

La coalizione che si contrappone al presidente serbo è nata in seguito alle manifestazioni contro la violenza che hanno scosso il Paese da maggio, dopo la morte di 19 persone in due sparatorie - una delle quali in una scuola elementare. "Maggiore democrazia" è la richiesta dell'opposizione.

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Belgrado, manifestazione delle forze dell'opposizione in Serbia prima delle elezioni
Belgrado, manifestazione delle forze dell'opposizione in Serbia prima delle elezioniOLIVER BUNIC/AFP or licensors

"I cambiamenti in Serbia sono iniziati e non c'è nessuna forza che possa fermarli. Noi, come lista di opposizione più forte, difenderemo la volontà popolare con tutti i mezzi democratici", ha dichiarato Dragan Djilas, leader della coalizione di opposizione, dopo aver votato a Belgrado.

La corsa per il Parlamento e i consigli locali

Diversi gruppi di destra, compresi i partiti filorussi e i socialisti alleati di Vučić, sono in corsa per il controllo del parlamento di 250 seggi e dei consigli locali, nonché delle autorità regionali nella provincia settentrionale della Vojvodina.

Le elezioni non includono la presidenza, ma le autorità di governo, sostenute dai media filo-governativi dominanti, hanno gestito la campagna come un referendum su Vučić.

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