Terremoto politico a Parigi: le opposizioni affossano la legge dell'esecutivo sull'immigrazione

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Di Michela Morsa Agenzie:  Ansa
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Il ministro dell'Interno Gérald Darmanin, principale promotore del disegno di legge, ha consegnato le sue dimissioni a Emmanuel Macron, che le ha però subito respinte

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Scacco al governo Macron. Le opposizioni francesi hanno votato compatte per bocciare il progetto di legge sull'immigrazione****presentato dalla maggioranza presidenziale a trazionemacroniana. 

Un terremoto in particolare per il 'falco' dell'esecutivo, il ministro dell'Interno e principale promotore della legge, Gérald Darmanin. Convocato in serata all'Eliseo, Darmanin ha rassegnato le dimissioni a Macron, che però le ha subito respinte. Il capo dello Stato ha quindi chiesto alla premier Elisabeth Borne e allo stesso ministro di presentare soluzioni per uscire dallo stallo. 

Intanto, le opposizioni giubilano e invocano le dimissioni di Darmanin. Nel pomeriggio di lunedì l'Assemblée national ha approvato a sorpresa - con 270 voti a favore e 265 contrari - una specifica mozione presentata dagli ecologisti contro la controversa 'Loi Immigration' che comporta l'immediata interruzione dell'esame del testo legislativo

Un voto che aveva subito ottenuto l'appoggio della sinistra, ma che non ci si aspettava avrebbe visto l'adesione anche della destra repubblicana e dell'estrema destra lepenista

L'ultima versione del pacchetto immigrazione poneva l'accento sulla parte repressiva facilitando, tral'altro, le espulsioni degli stranieri considerati pericolosi. Un tema diventato ancora più caldo con gli attentati delle ultime settimane. Secondo un recente sondaggio, due terzi dei francesi pensa che l'immigrazione extra-europea rappresenti un pericolo per il Paese. 

Per edulcorare il giro di vite securitario, l'esecutivo di Macron prometteva allo stesso tempo di facilitare le procedure di regolarizzazione dei clandestini impiegati nelle professioni con penuria di manodopera: un tema caro alla sinistra e a larga parte del campo presidenziale. 

Ma questa volta la politica del 'ma anche' sembra non aver convinto nemmeno la parte più moderata delle opposizioni, socialisti e soprattutto repubblicani, da cui Darmanin sperava di ottenere il sospirato appoggio esterno. 

Intanto, Borne ha fatto sapere che lunedì riunirà i principali ministri coinvolti e i capigruppo della maggioranza per trovare una via d'uscita. Mentre diverse Ong gridano al 'naufragio' e chiedono a Macron il definitivo ritiro del progetto di legge.

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