Diritti dei transgender in Europa: qualche passo in avanti e qualche pericoloso passo indietro

"Non smettere mai di lottare". Una manifestante per i diritti dei trans scende in piazza a Londra.
"Non smettere mai di lottare". Una manifestante per i diritti dei trans scende in piazza a Londra. Diritti d'autore Vuk Valcic/SOPA Images/LightRocket via Getty Images
Diritti d'autore Vuk Valcic/SOPA Images/LightRocket via Getty Images
Di Saskia O'DonoghueEdizione italiana: Cristiano Tassinari
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Mentre alcuni Paesi europei sono stati elogiati dalle principali organizzazioni transgender per il loro impegno a migliorare i diritti della comunità LGBTIQA+, ad altri - tra cui la Slovacchia e il Regno Unito - è stato rimproverato di aver intrapreso una pericolosa "retromarcia"

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I diritti delle persone transgender sono sempre un argomento di discussione molto rovente, che divide familiari, amici e colleghi e rovina l'eredità di persone ricche e famose.

Questa settimana, in Giappone, la Corte Suprema ha dichiarato incostituzionale una legge che imponeva alle persone transgender di farsi rimuovere gli organi riproduttivi per cambiare ufficialmente sesso.

La decisione, presa dal Gran Banco di 15 giudici della Corte Suprema, è stata la prima sentenza sulla costituzionalità della legge giapponese del 2003, che richiede l'asportazione necessaria degli organi riproduttivi per un cambio di sesso riconosciuto dallo Stato: una pratica a lungo criticata da gruppi medici e di difesa dei diritti internazionali.

Più vicino a noi, il quadro non è molto più chiaro, anzi.

Se da un lato, un recente rapporto di Transgender Europe (TGEU) ha mostrato che l'approccio europeo ai diritti dei transgender ha compiuto progressi positivi, dall'altro si registra un notevole aumento delle reazioni anti-trans da parte di alcuni governi e di alcuni media.

Sebbene si siano registrati progressi nell'attuazione di maggiori diritti per le persone trans in Europa, nel corso del 2022 e del 2023, ciò si basa soltanto sui progressi fatti nel 2022, che ha fatto seguito ad anni di diminuzione dei livelli di diritti.

Tuttavia, il quadro non è del tutto positivo.

Il TGEU afferma che il rischio di regressione e di contraccolpi anti-trans in vaste aree del Vecchio Continente rimane un problema pressante per la comunità.

La Slovacchia, secondo gli analisti del TGEU, è particolarmente a rischio di ulteriore regressione.
Dopo il ritorno del primo ministro Robert Fico, in Slovacchia si sono accesi dibattiti sulla possibilità di vietare il riconoscimento legale del genere.

Anche la Romania, la Lettonia, la Lituania, Cipro, la Bielorussia e la Bulgaria sono considerati Paesi deboli per quanto riguarda la protezione dei diritti delle persone trans.

All'estremo opposto, i Paesi elogiati per lo sviluppo dei diritti dei trans sono Spagna, Moldova, Andorra, Finlandia e Islanda.

Quest'anno, l'Islanda è riuscita a superare Malta e a posizionarsi in cima alla classifica dei diritti.

Anche la Spagna ha fatto grandi cambiamenti, con una legge di vasta portata che riguarda l'occupazione, le tutele per i migranti trans e la discriminazione basata sull'espressione di genere.

Questa legge dimostra che la Spagna ha adottato il riconoscimento legale del genere basato sull'autodeterminazione.

Sebbene siano state mosse alcune critiche al fatto che le persone non binarie siano state escluse dal cambiamento del riconoscimento legale del genere, la decisione legislativa della Spagna significa che 11 Paesi in Europa hanno ora una forma di "auto-ID" - o, in altri  termini - un modello di riconoscimento legale del genere basato sull'autodeterminazione.

"A partire da marzo 2023, 11 paesi hanno procedure legali di riconoscimento del genere basate Sull'autodeterminazione della persona: Belgio, Danimarca, Finlandia, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svizzera".

Il Regno Unito, viceversa, è considerato in ritardo rispetto ai Paesi più progressisti d'Europa.

Il primo ministro Rishi Sunak è stato accusato di "prendere in giro" le persone trans e il suo governo è pronto a portare avanti i piani per vietare le pratiche di conversione di gay e trans.

I membri più anziani del Partito Conversatore britannico hanno espresso la preoccupazione che la questione possa dividere il partito.
Alcuni parlamentari hanno espresso la preoccupazione che un divieto assoluto sulle pratiche di conversione dei trans possa, involontariamente, criminalizzare i genitori o gli insegnanti che danno consigli ai bambini che lottano con la loro identità di genere.

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All'inizio di quest'anno, Westminster ha bloccato una proposta di legge a sostegno dell'autoidentificazione approvata dal governo della Scozia.
La decisione è stata oggetto di accuse di discriminazione ed è attualmente all'esame dei tribunali.

"La rimozione delle restrizioni sul riconoscimento legale del genere e la legislazione contro la discriminazione specifica per le persone trans sono le aree in cui sono stati apportati i maggiori miglioramenti.
Tuttavia, non dobbiamo dare per scontato che i progressi siano inevitabili.
Ad esempio: il Regno Unito e l'Ungheria sono tornati indietro, rispetto ai loro leader progressisti del nostro indice del 2013, in luoghi in cui l’odio anti-trans è diffuso nei media e nelle agende governative”.
Freya Watkins
TGEU Research Officer

È interessante notare che anche Paesi meno laici, come la Spagna e la Grecia, hanno fatto passi avanti nel vietare la cosiddetta "terapia di conversione" sulla base dell'identità di genere e la Moldova si è mossa per proteggere le persone trans dalla discriminazione, dai crimini d'odio e dagli insulti.

Nel complesso, sembra che il cammino verso l'accettazione dei trans stia andando nella giusta direzione, ma come dice Nadya Yurinova, capo della comunicazione del TGEU a Euronews, "c'è ancora molto da fare".

"Idealmente, tutti i Paesi dovrebbero iniziare con il riconoscimento legale del genere e l'accesso all'assistenza sanitaria specifica per i trans per tutti, in particolare per i gruppi ulteriormente emarginati all'incrocio con i rifugiati, i BIPOC (black, indigenous and people of color), i richiedenti asilo e le comunità di disabili. Chiediamo, inoltre, un giornalismo informato sui transgender e una sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle loro vite, sulla discriminazione e sulla violenza che le persone trans affrontano quotidianamente", spiega Nadya Yurinova.

Nel rapporto visionato da Euronews, il TGEU critica molti Stati membri dell'Unione europea, perché "non rispettano i loro obblighi nei confronti delle persone trans".

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"Anche nei Paesi in cui c'è una cooperazione attiva con i governi, penso che sicuramente manchi un'azione basata sull'ascolto.
Ed è l'azione che è necessaria, alla fine, non solo l'ascolto."
Pekka Rantala
Presidente del Consiglio di Amministrazione di SETA

Il report di Transgender Europe afferma che nove Paesi - Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Francia, Ungheria, Lituania, Polonia e Romania - non forniscono protezione per l'asilo e che ciò viola il diritto dell'Ue.
Il TGEU ritiene che, mantenendo regole rigide per i richiedenti asilo provenienti da contesti diversi, in particolare i trans, le persone in questione siano immediatamente svantaggiate quando si tratta di essere accettate in un nuovo Paese.

Questo sembra essere solo uno dei problemi che riguardano coloro che parlano a nome della comunità trans.

Pekka Rantala, presidente di SETA - la più antica e importante organizzazione finlandese per i diritti LGBTIQA+ - racconta a Euronews che la situazione è desolante, anche nella progredita nazione nordica.

"Sulla base della mia esperienza in Finlandia e discutendo con gli attivisti LGBTIQA+ di tutto il mondo, la situazione delle espressioni di odio continua a essere negativa. Su questa base, direi che la situazione continua ad essere quella del 2022", spiega Pekka Rantala.

Il presidente di SETA spiega che la colpa è del conservatorismo in politica e degli "approcci aggressivi ai social media da parte dei gruppi anti-trans", ma ritiene che ci sia speranza per il futuro della comunità trans.

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"Campagne di sensibilizzazione generale per il pubblico, formazione per i funzionari e i media, prevenzione e lotta contro i discorsi di incitamento all'odio e assicurazione di adeguate garanzie per prevenire la discriminazione nella società: sono azioni chiave da intraprendere", aggiunge Pekka Rantala.
"Queste azioni renderebbero la società più consapevole e comprensiva nei confronti della comunità trans, ma consentirebbero anche di iniziare a risanare un legame spesso teso, se non addirittura spezzato, tra la comunità trans e la società in generale".

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