Il portavoce dei servizi di emergenza del territorio separatista accusa la delegazione di essere arrivata troppo tardi. L'Oms assiste i rifugiati in Armenia
Domenica è arrivata in Nagorno-Karabakh una delegazione delle Nazioni unite, la prima nella regione da tre decenni a questa parte. Ma i funzionari locali hanno liquidato la visita come una formalità, dato che quasi tutti i 120mila residenti di etnia armena del territorio separatista, recentemente riconquistato dall'Azerbaigian con un blitz di 24 ore, sono già fuggiti.
Il portavoce dei servizi di emergenza, Hunan Tadevosyan, ha dichiarato che i rappresentanti dell'Onu sono arrivati troppo tardi e che il numero di civili rimasti nella capitale Stepanakert si può "contare sulle dita di una mano".
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha inviato squadre mediche di emergenza in Armenia per assistere gli sfollati, fuggiti dalle loro case a causa della recente recrudescenza di violenza e per paura di rappresaglie e persecuzioni.
Robb Butler, dell'Ufficio regionale per l'Europa dell'organizzazione, ha dichiarato che "è pieno di vittime di ustioni", mentre il ministro della Sanità armeno Anahit Avanesyan ha dichiarato che alcune persone sono morte durante il viaggio verso l'Armenia, durato anche più di 40 ore, perché "esauste a causa della malnutrizione". Molti, per la fretta di partire, non hanno portato con sé nemmeno le medicine.
L'addetto stampa della presidenza armena, Nazeli Baghdasaryan, ha dichiarato che sono 100.483 le persone già arrivate in Armenia dal Nagorno-Karabakh.
Arresti in Nagorno-Karabakh
Domenica il procuratore generale dell'Azerbaigian ha emesso un mandato d'arresto per l'ex leader del Nagorno-Karabakh Arayik Harutyunyan, che guidava la regione dal maggio 2020.
Harutyunyan e l'ex comandante militare dell'enclave armena, che sarà ufficialmente sciolta alla fine del 2023, sono accusati di aver lanciato missili sulla città azera di Ganja durante la guerra per il territorio conteso alla fine del 2020. Il conflitto era durato 44 giorni e si era concluso con la riconquista da parte dell'Azerbaigian di buona parte del territorio.
Mercoledì scorso la polizia azera aveva già arrestato l'ex ministro di Stato, Ruben Vardanyan, mentre cercava di raggiungere l'Armenia assieme ad altre decine di migliaia di sfollati.
Solidarietà internazionale per il Nagorno-Karabakh
Martedì nella capitale armena arriverà la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, che "riaffermerà il sostegno della Francia alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Armenia". In particolare, come preannunciato, la ministra esaminerà "con le autorità armene le modalità pratiche per rafforzare la cooperazione in tutti i settori".
Colonna ha già annunciato un aumento degli aiuti all'Armenia di 12,5 milioni di euro, mentre il 29 settembre sono stati consegnati "aiuti medici d'emergenza da utilizzare per l'assistenza ai rifugiati e agli sfollati".
Le manifestazioni in Francia
Nel frattempo a Marsiglia alcune migliaia di persone si sono riunite per sostenere gli armeni in fuga dal Nagorno-Karabakh e per chiedere un'azione più forte da parte della comunità internazionale.
"[L'Europa] ha tradito questi valori quando ha deciso di acquistare dagli azeri il gas che non poteva più comprare dalla Russia. Sappiamo che dietro questa manipolazione c'è la Russia", ha dichiarato il sindaco Benoit Payan. Altre manifestazioni si sono tenute in Francia a Lione, Clermont-Ferrand e Châteauroux.
Domenica sera c'è stata una protesta pacifica anche ad Atene, in Grecia. Centinaia di armeni si sono riuniti davanti al Parlamento greco per protestare contro l'imminente dissoluzione del territorio separatista, per poi marciare verso gli uffici dell'Unione europea a pochi isolati di distanza.