Il flusso di rifugiati ha penalizzato il turismo in Irlanda: ne sono convinti gli operatori del settore e i titolari degli esercizi commerciali
La piccola città di Killarney è una delle destinazioni turistiche più popolari d'Irlanda.
Per decenni ha attirato milioni di visitatori provenienti soprattutto dagli Stati Uniti. Quest'anno, tuttavia, il numero di turisti è diminuito notevolmente.
Un programma governativo ha portato a Killarney quasi 4.000 rifugiati e richiedenti asilo. Un afflusso che ha ridotto i posti letto per i turisti, che hanno scelto altre località di vacanza. Molte attività commerciali locali hanno subito una netta flessione negli affari.
Paul Treyvaud è il titolare di un ristorante a Millarney. Sostiene che a subire l'impatto dell'afflusso dei migranti sono soprattutto i piccoli esercenti: "È la High Street a risentirne. Le strutture ricettive che hanno ancora posti liberi stanno facendo bene, gli hotel pure e tutto ciò è legato al normale andamento della domanda e dell'offerta. Ma la strada principale sta sentendo il peso di un calo del 35-40%".
Nella via principale, anche il gestore di pub Pat Sheehan ha notato un calo degli affar: "Durante la settimana è tutto più tranquillo - dice - Penso che accada in tutta l'Irlanda perché gli ucraini sono stati messi in diversi posti in tutto il Paese. Non biasimo gli ucraini perché c'è una guerra nel loro Paese, ma il turismo ne ha sicuramente risentito".
La Repubblica d'Irlanda ha una popolazione di 5 milioni di abitanti. Oggi 1 abitante su 5 è di nazionalità straniera. L'afflusso di rifugiati e richiedenti asilo ha aumentato la pressione sui cittadini irlandesi in cerca di alloggio.
Anche gli operatori commerciali sono perplessi. La sensazione è che, se il governo irlandese non porrà un limite al numero di rifugiati e richiedenti asilo che entrano nel Paese, molte attività potrebbero chiudere nei prossimi mesi.