Cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh, l'Armenia non ha partecipato alla stesura dell'accordo

Un soldato armeno
Un soldato armeno Diritti d'autore Sergei Grits/Copyright 2020 The AP. All rights reserved.
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Di Ilaria CicinelliEuronews
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Le autorità della autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh (Artsakh) hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per un cessate il fuoco completo a partire dalle 13:00 ora locale (12:00 ora di Mosca) del 20 settembre, secondo Interfax.

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L'Armenia non ha partecipato alla stesura dell'accordo per il cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh, mediato dai peacekeeper russi. Lo ha detto il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, citato dall'agenzia russa Interfax. Pashinyan ha aggiunto che Yerevan non ha più truppe nell'enclave in territorio armeno dal 2021. Secondo il premier, le ostilità nella regione non sono ancora cessate del tutto. 

In base all'accordo, i restanti militari armeni saranno ritirati "dalla zona di dispiegamento del contingente di pace russo" in Nagorno-Karabakh, mentre le unità armate della repubblica,  riconosciuta solo da tre stati, saranno dismesse e i mezzi pesanti ritirati.

L'accordo, hanno sottolineato le autorità del Nagorno Karabackh, è stato raggiunto "con la mediazione del comando del contingente di pace russo" schierato nell'area dallo scoppio della guerra nel 2020.

Sia i funzionari locali nella città di Stepanakert - il nome usato dagli armeni, ma chiamata Khankendi dagli azeri - che quelli nella capitale azera, Baku, hanno confermato che i rappresentanti si incontreranno il 21 settembre a Yevlakh, in Azerbaigian, per i negoziati.

L'Azerbaigian chiede lo scioglimento del governo locale e anticipa che l'oggetto dei colloqui sarà la reintegrazione dell'autoproclamata Repubblica nel territorio azero. Tuttavia, nella dichiarazione che accompagna l'accordo di cessate il fuoco, l'amministrazione locale del Nagorno-Karabakh non ha parlato dell'intenzione di reintegrare il territorio.

KAREN MINASYAN/AFP or licensors
Le proteste armene per chiedere la fine delle violenzeKAREN MINASYAN/AFP or licensors

Gli scontri

Nella mattina del 20 settembre gli scontri sono continuati prima dell'annuncio dell'accordo. Secondo l'Associated Press (Ap) diverse esplosioni sono state registrate a Stepanakert e decine di persone, tra cuialcuni civili, sarebbero ferite o morte, anche se il bilancio delle vittime non è ancora noto. L'Azerbaigian aveva definito il fuoco di artiglieria una "operazione antiterroristica" e il governo aveva dichiarato di aver preso di mira solo i siti militari, ma le strade e i palazzi squarciati nella capitale della regione sembrano testimoniare il contrario.

Il contingente russo ha partecipato alle operazioni di evacuazione dei residenti. In totale, sono stati evacuati più di 2 mila civili, tra cui 1049 bambini. A tutte le persone evacuate sono stati forniti alloggi temporanei e pasti caldi. Inoltre, i medici dell'unità speciale stanno assistendo i feriti.

Il Nagorno Karabakh è riconosciuto a livello internazionale come territorio dell'Azerbaigian ma ha una popolazione prevalentemente armena. Dopo tre decenni di lotte per il controllo dell'area, le tensioni sono aumentate ulteriormente negli ultimi mesi, quando il governo e gli attivisti azeri hanno bloccato il corridoio di Lachin, una rotta che collega l'Armenia al Nagorno Karabakh.

In questo momento la preoccupazione sulla possibilità che il conflitto evolva in una guerra su vasta scala tra Armenia e Azerbaigian è alta.

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