Dopo le sue missioni durante l'estate a Kiev, Mosca e Washington, dal 13 al 15 settembre Zuppi sarà in Cina per promuovere "una pace giusta e sicura"
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, un veterano delle iniziative di pace della Chiesa cattolica, continua a tessere la tela di una risoluzione pacifica della guerra in Ucraina in giro per il mondo.
Dopo essersi recato durante l'estate a Kiev, Mosca e Washington, dal 13 al 15 settembre l'inviato di pace vaticano si recherà a Pechino, accompagnato da un ufficiale della Segreteria di Stato.
"La visita costituisce un'ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta», spiega la nota con cui la Santa Sede ha comunicato la missione del cardinale.
Proprio lunedì, a margine dei lavori a Berlino dell'incontro della Comunità di Sant'Egidio dal titolo "L'audacia della pace", Zuppi, che è arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha parlato della pace in Ucraina:
Sulle attese per la sua missione a Pechino, Zuppi ha spiegato che sono "continuare a creare tutte le condizioni e a spingere nell'unica direzione che ovviamente è quella di una pace giusta e sicura".
Zuppi era stato a Kiev il 5 e 6 giugno, a Mosca il 28 e 29 giugno e poi a Washington il 17 e 19 luglio. Alla Casa Bianca aveva incontrato il presidente Biden che aveva assicurato la piena disponibilità degli Stati Uniti a sostenere iniziative in ambito umanitario per le persone più fragili, a cominciare dai bambini, in particolare quelli ucraini trasferiti con la forza in Russia. Il loro ritorno a casa è tra le priorità di Papa Francesco.
Lo scorso giugno a Mosca Zuppi aveva incontrato invece il Patriarca ortodosso russo Kirill e avevano discusso della situazione in Ucraina. Il cardinale aveva detto al leader della Chiesa russa che "c'era più dialogo durante la Guerra Fredda che adesso" e che "come cristiani, dobbiamo aiutarci a vicenda per capire cosa fare".
Il Patriarca Kirill aveva risposto che "le Chiese possono prevenire insieme lo sviluppo negativo degli eventi politici e servire la causa della pace e della giustizia. È molto importante che in questo momento difficile le comunità cristiane in Oriente e in Occidente prendano parte a questo processo di riconciliazione".