Attesa per l'incontro tra Putin ed Erdogan a Sochi: al centro il rinnovo dell'accordo sul grano

Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan nel 2021
Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan nel 2021 Diritti d'autore Vladimir Smirnov, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP, File
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Di Michela Morsa
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Il presidente turco spera di convincere il leader russo a rientrare nell'iniziativa, che in un anno ha garantito l'export di 33 milioni di tonnellate di grano ucraino. Mosca pretende precise condizioni dai Paesi occidentali

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C'è attesa per l'incontro di lunedì a Sochi, sulla costa meridionale russa, tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, che spera di convincere il leader russo a rientrare nell'accordo sul grano del Mar Nero, da cui Mosca si è ritirata lo scorso luglio. L'incontro arriva dopo settimane di speculazioni su quando e dove i due leader si sarebbero incontrati. 

Da quando Putin si è ritirato dall'iniziativa, Erdogan si è ripetutamente impegnato a rinnovare gli accordi che hanno contribuito a evitare una crisi alimentare in alcune zone dell'Africa, del Medio Oriente e dell'Asia. L'Ucraina e la Russia, infatti, sono i principali fornitori di grano, orzo, olio di girasole e di altri beni di molti Paesi in via di sviluppo.La Turchia vuole che le parti in conflitto tornino all'accordo e lo usino anche come base per più ampi colloqui di pace.

Il vertice di Sochi fa seguito ai colloqui di giovedì tra i ministri degli Esteri dei due Paesi. A Mosca il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha dichiarato che il rilancio dell'accordo per il trasporto di grano ucraino attraverso il Mar Nero è "fondamentale" per la sicurezza alimentare. Il suo omologo russo ha consegnato un elenco di azioni che l'Occidente dovrebbe intraprendere affinché si possa tornare all'accordo e alle esportazioni ucraine attraverso il Mar Nero. 

Tensione nel Mar Nero

Intanto rimane tesa la situazione nel Mar Nero. Sabato l'Ucraina ha dichiarato che altre due navi da carico (con metalli a bordo) hanno attraversato un corridoio temporaneo creato da Kiev per garantire una navigazione sicura. 

Domenica la Russia ha eseguito un bombardamento di tre ore e mezza sul porto di Reni, nella regione ucraina di Odessa, causando diversi feriti. Secondo quanto riferito dall'aeronautica ucraina su Telegram, le forze russe hanno sparato 25 droni Shahed di fabbricazione iraniana lungo il fiume Danubio, 22 dei quali sono stati abbattuti dalle difese aeree. 

Il capo di gabinetto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, ha descritto l'assalto come parte di un'iniziativa russa "per provocare una crisi alimentare e la fame nel mondo". Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato in un comunicato che l'attacco aveva come obiettivo i depositi di carburante utilizzati per rifornire le attrezzature militari.

L'accordo sul grano

L'accordo, mediato dalle Nazioni unite e dalla Turchia nel luglio del 2022, ha permesso a quasi 33 milioni di tonnellate di grano di lasciare i porti ucraini affacciati sul Mar Nero in sicurezza nonostante l'invasione russa del Paese.

Sei settimane fa il Cremlino si è rifiutato di rinnovare nuovamente l'accordo, come aveva già minacciato di fare nei mesi precedenti, sostenendo che un accordo parallelo che prometteva di rimuovere gli ostacoli alle esportazioni di cereali e fertilizzanti russi non era mai stato rispettato.

La Russia ha poi lamentato il fatto che l'accesso limitato alle assicurazioni e ai sistemi di pagamento globali, risultato delle sanzioni internazionali imposte a causa dell'invasione dell'Ucraina, ostacolano indirettamente il suo commercio agricolo, e ha ripetuto più volte che potrebbe tornare all'accordo solo se le sue richieste sull'export russo venissero soddisfatte.

Ordine del giorno

Erdogan ha mostrato simpatia per la posizione di Putin. A luglio ha detto che il presidente russo aveva "certe aspettative da parte dei Paesi occidentali" sull'accordo del Mar Nero e che era "cruciale che questi Paesi agissero in questo senso".

Il Segretario generale dell'Onu António Guterres ha recentemente inviato al Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov "proposte concrete" volte a portare le esportazioni russe sui mercati globali e a consentire la ripresa dell'iniziativa sul Mar Nero. Ma Lavrov ha detto che Mosca non è ancora soddisfatta

Descrivendo gli sforzi "intensi" della Turchia per rilanciare l'accordo, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha detto che si tratta di un "processo che cerca di comprendere meglio la posizione e le richieste della Russia e di soddisfarle". E ha aggiunto: "Ci sono molte questioni che vanno dalle transazioni finanziarie alle assicurazioni". 

Nell'incontro di lunedì i due leader, oltre a discutere dell'accordo sul grano, dovrebbero affrontare altri temi legati alla guerra e agli "sviluppi regionali", compreso lo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina e il progetto di trasferire il gasso russo in Europa attraverso la Turchia

L'amicizia tra Russia e Turchia

Il presidente turco ha mantenuto stretti legami con Putin durante i 18 mesi di guerra in Ucraina. La Turchia non ha aderito alle sanzioni occidentali contro la Russia dopo la sua invasione, emergendo come principale partner commerciale e snodo logistico per il commercio russo all'estero.

Tuttavia, la Turchia, membro della Nato, ha anche sostenuto l'Ucraina, inviando armi, incontrando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e appoggiando la candidatura di Kiev all'adesione alla Nato. 

Si dice che Putin ed Erdogan - entrambi leader autoritari al potere da oltre due decenni - abbiano uno stretto rapporto, favorito dagli eventi seguiti al fallito colpo di Stato contro Erdogan nel 2016, quando Putin fu il primo grande leader a offrire il suo sostegno. 

Negli anni successivi, infatti, i due Paesi si sono avvicinati, aumentando gli scambi commerciali e avviando progetti comuni, come il gasdotto Turkstream e la prima centrale nucleare turca. La collaborazione in campi come l'energia, la difesa, la diplomazia, il turismo e il commercio è fiorita nonostante i Paesi si trovino su fronti opposti nei conflitti in Siria, Libia e Nagorno-Karabakh.

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