Russia, arrestato il sociologo Boris Kagarlitsky, giro di vite sui dissidenti

Boris Kagarlitsky detenuto
Boris Kagarlitsky detenuto Diritti d'autore SYKTYVKAR CITY COURT VIA AFP
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Di Ilaria Cicinelli
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Accusato di diffondere idee di carattere terroristico, è ora in carcere sotto custodia cautelare fino al 24 settembre, in attesa del processo. Già critico dell'Unione sovietica, negli anni '90 si era schierato contro Putin

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La magistratura russa si scaglia contro i dissidenti civili. Il noto politologo Boris Kagarlitsky è stato accusato di aver inneggiato al terrorismo sul web, stando a quanto hanno riferito mercoledì le agenzie di stampa statali. 

Kagarlitsky ha 64 anni ed  è un professore della prestigiosa Scuola superiore di scienze sociali ed economiche di Mosca, fondata nel 1992 in piena fase post sovietica quando si cercava di rilanciare l'economia russa. È anche un noto sociologo che ha scritto molto sulla società russa e sulla storia politica della sinistra socialista, nonché una delle voci più autorevoli dell'opposizione al presidente russo Vladimir Putin. Comparso di fronte ai giudici il 26 luglio scorso, è ora sotto arresto, in custodia cautelare fino al 24 settembre.Rischia fino a sette anni di detenzione.

Famoso per i suoi studi sul socialismo e sui movimenti politici di sinistra, il professore si distingue anche, secondo il suo avvocato Sergei Yerokhov, per aver messo in luce i veri problemi dello Stato. 

"Nel suo lavoro, il professor Kagarlitsky non ha mai sostenuto o giustificato il terrorismo. Lo scopo di tutte le sue dichiarazioni è quello di mostrare i reali problemi dello Stato russo", ha dichiarato Yerokhov. Sembra, infatti, che il vero problema sia l'opposizione alla guerra in Ucraina, contro cui il sociologo si è schierato da subito. A cui sisi aggiungono anni di opposizione all'oligarchia russa e all'autoritarismo in chiave anticapitalista. 

Per molti anni il professore avrebbe tentato di trovare un punto d'incontro tra le forze d'opposizione della sinistra del Paese.

In passato aveva ribadito più volte come non fosse possibile che la Russia pretendesse di sostituirsi al "marcio occidente" con l'intera classe dirigente completamente corrotta.

Già nel 2021 era stato arrestato a Mosca mentre si dirigeva all'università per tenere una lezione su Marx, perché avrebbe incitato le persone a protestare contro i brogli elettorali. 

VALERY SHARIFULIN/AFP
Il presidente russo Vladimir PutinVALERY SHARIFULIN/AFP

Le autorità russe avevano già dichiarato Kagarlitsky "agente straniero" nel 2022, uno status incerto e poco chiaro, con sfumature dell'era sovietica, che rende più difficile l'operato dei critici. 

La Russia usa questa definizione dal 2012 per identificare le organizzazioni o gli individui politicamente attivi con il sostegno estero. Tra questi sono incluse anche le Ong, le testate giornalistiche, blog e semplici utenti sui social network che riportano notizie straniere. 

Una sorta di lista di proscrizione che consente alle autorità statali di agire in maniera discrezionale nei confronti di chi sia considerato un pericolo per la patria, con la possibilità di ricevere sanzioni o, nei casi peggiori, di venire incarcerato

Kagarlitsky sarebbe stato un prigioniero politico tra il 1982 e il 1983, secondo un profilo recentemente cancellato sul sito web della sua università.

Questo è solo l'ultimo e più recente caso di giro di vite sulle voci del dissenso, colpevoli di criticare il sistema imposto dalla classe dirigente russa. 
Dall'inizio dell'aggressione in Ucraina, il Cremlino ha portato la repressione delle voci critiche a un livello senza precedenti. La maggior parte degli oppositori più noti è in esilio o dietro le sbarre, e migliaia di russi comuni sono stati arrestati per aver protestato contro l'offensiva.

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