In agenda, i recenti scontri al confine che rischiano di far vacillare l'attuale tregua. Altro punto di tensione è il Nagorno Karabakh, regione a maggioranza armena di cui l'Azerbaigian ha preso il controllo parziale dopo la guerra del 2020. E Putin non vuole rinunciare al ruolo di mediatore
Sabato, a Bruxelles, è iniziato un nuovo ciclo di negoziati, mediato dall'Unione europea, per risolvere il conflitto tra Armenia e Azerbaigian.
ProtagonistiIlham Aliyev, presidente dell'Azerbaigian, e Nikol Pashinyan, primo ministro dell'Armenia.
A fare da mediatore, il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel.
In agenda, innanzitutto i recenti scontri al confine che rischiano di far vacillare l'attuale tregua.
Altro punto di tensione è la situazione nel Nagorno Karabakh, regione a maggioranza armena di cui l'Azerbaigian ha preso il controllo parziale dopo la guerra del 2020.
I negoziati arrivano tra rinnovate tensioni dopo che l'Azerbaigian ha chiuso temporaneamente il corridoio di Lachin, accusando la Croce Rossa armena di utilizzarlo per il trasporto di armi.
Dall'altro lato, l'Armenia è convinta che bloccare questa strada sia un tentativo di isolare la regione.
Charles Michel ha ribadito l'intenzione di invitare a Bruxelles entrambi i leader per un altro incontro, dopo l'estate, nonché per un vertice con Francia e Germania, a Granada, il 5 ottobre, a margine del prossimo vertice della Comunità politica europea.
Putin si propone come mediatore
Anche la Russia si è offerta di ospitare i leader delle due ex repubbliche sovietiche e auspica che il futuro trattato di pace sia firmato proprio a Mosca.