Adriatico: con il cambiamento climatico sempre più tartarughe anche d'inverno

Una tartaruga dell'Adriatico
Una tartaruga dell'Adriatico Diritti d'autore Euronews
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Di Luca Palamara
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Le associazioni ambientalistiche locali cerano di proteggerle

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Nell’Alto Adriatico il mare d’estate non è un’esclusiva di bagnanti e turisti. Da tempo frequentato dalle tartarughe Caretta Caretta, adesso ne usano le spiagge per altri scopi.

 Il 24 Giugno sul litorale di Cervia, una tartaruga ha deposto ben 91 uova, ma troppo vicino a lettini ed ombrelloni: un’associazione di biologi marini ha deciso di metterle in sicurezza. "Siamo andati a raccogliere queste 91 uova, che erano state deposte dalla femmina e le abbiamo spostate in un nuovo nido che è stato ricostruito uguale e identico a quello originario e le uova sono state rimesse nello stesso identico ordine”, spiega Andrea Ferrari dell'organizzazione "Tartarughe dell'Adriatico".

Il nuovo nido è recintato e tutelato da ben 130 volontari che garantiscono la protezione del nido 24 ore al giorno. Paolo Vigo è uno di loro: “Siamo volontari. Siamo venuti a conoscenza di questo nido tramite un post sui social, su Facebook. TAO, l’associazione che gestisce questo nido, ricercava volontari per seguire la gestione.”

La presenza delle tartarughe marine nel Mare Adriatico non è un fenomeno recente, ma negli ultimi anni pare che le tartarughe apprezzino queste acque anche d’inverno. Come spiega Simone D’Acunto, del Cestha, il Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat. “Con il cambiamento climatico e le acque sempre più calde, le tartarughe tendono sempre di più a stazionare anche nelle nostre acque, che sono storicamente sempre state frequentate da tartarughe, perché l’alto Adriatico è una zona di alimentazione, anche nelle stagioni in cui in altre epoche se ne andavano, tipo l’inverno.”

Verso la seconda metà di Agosto le uova si schiuderanno e da quel nido sotto la sabbia usciranno delle mini tartarughe che, senza pensarci due volte, correranno verso il mare. Questo evento emozionante avverrà di notte e sarà una festa per tutte le associazioni, per tutti i volontari e i biologi marini che stanno curando il nido delle tartarughe.

La protezione riguarda anche tartarughe adulte, spesso spiaggiate o impigliate nelle reti dei pescatori, che soffrono a causa dei colpi delle eliche e di problemi polmonari. In questa clinica per tartarughe sono in cura almeno 50 esemplari, tra cui Cenere, colpita da un’elica che le ha squarciato il carapace fino ad arrivare agli organi interni.

“Abbiamo iniziato questo percorso di cura per togliere quest’infezione generata nel polmone con 13 interventi chirurgici", dice ai nostri microfoni D'Acunto. "Nel frattempo, per non far bagnare la ferita, ci siamo inventati per la prima volta al mondo una sorta di scudo stampato con la stampante 3D”.

Ancora un anno di degenza e poi Cenere potrà riprendere il mare aperto, dove si spera incontrerà qualcuno dei nuovi nati dal nido nella sabbia.

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