Sterilizzazione forzata dei disabili. L'Europa che la pratica e si oppone al divieto

Quattordici i paesi Ue che ancora autorizzano la sterilizzazione forzata dei disabili. Tre di loro, anche se minori
Quattordici i paesi Ue che ancora autorizzano la sterilizzazione forzata dei disabili. Tre di loro, anche se minori Diritti d'autore Lucía Riera/Laura Llach
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Di Laura LlachLucía Riera
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Appena nove i paesi Ue che vietano la sterilizzazione forzata dei disabili. Quattordici quelli che invece la autorizzano ufficialmente. Tre anche per i minori. E mentre Bruxelles si prepara a mettere ordine, contro il divieto insorgono a sorpresa anche paesi campioni dei diritti umani

Sterilizzazione forzata: solo in 9 dicono ufficialmente "no"

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Per quanto in contrasto con la Convenzione di Istanbul, la sterilizzazione forzata di persone con disabilità è ufficialmente vietata solo in nove Paesi dell'Unione Europea.

Insieme a Italia, Germania e Francia, dalla fine del 2020 tra loro figura anche la Spagna. È qui che vive Rosario. Oggi 53 anni, da piccola sentiva sempre ripetersi che se non poteva prendersi cura di se stessa, non avrebbe potuto prendersi cura di un figlio. I suoi genitori, a cui era stata diagnosticata una disabilità intellettiva del 67%, non riuscivano a immaginarla indipendente, tanto meno come madre. "La tua disabilità può essere trasmessa a tuo figlio attraverso i tuoi geni", le ripetevano.

Paesi Ue in cui la sterilizzazione forzata è vietata per legge

  1. Irlanda
  2. Belgio
  3. Francia
  4. Spagna
  5. Svezia
  6. Germania
  7. Italia
  8. Slovenia
  9. Polonia

Rosario, Antonio e la scelta imposta dai genitori

Quando Rosario ha compiuto 20 anni, si è innamorata di Antonio, uno dei suoi colleghi del centro per l'impiago in cui lavorava a Siviglia. Un giorno, parlando del loro futuro, entrambi espressero il desiderio di avere dei figli, così andarono a trovare i genitori di Rosario per condividere la notizia. L'idea che potesse diventare madre è stata uno shock per i suoi genitori che, consigliati dal medico di famiglia, hanno deciso di fare ricorso alla sterilizzazione forzata dei disabili

Il Portogallo e gli altri: chi la autorizza (anche per i minori)

Secondo un rapporto pubblicato lo scorso settembre dallo European Disability Forum, la sterilizzazione forzata di persone con disabilità è ancora autorizzata in 14 paesi dell'Unione Europea, tra cui Danimarca, Austria e Finlandia. In tre di questi, Portogallo, Ungheria e Repubblica Ceca, è esplicitamente autorizzata anche nei confronti dei minori.

Paesi Ue in cui è autorizzata la sterilizzazione forzata di persone con disabilità

  1. Portogallo
  2. Danimarca
  3. Repubblica Ceca
  4. Austria
  5. Slovacchia
  6. Ungheria
  7. Croazia
  8. Malta
  9. Finlandia
  10. Estonia
  11. Lituania
  12. Lettonia
  13. Bulgaria
  14. Cipro

"Ho scoperto che mi avevano sterilizzata, solo vedendo la cicatrice"

Costretta dai genitori, Rosario ha quindi dovuto sottoporsi a un'operazione di legatura delle tube di Falloppio quando aveva 20 anni. La madre la minacciò di non farle più vedere Antonio e di metterla in un istituto se si fosse rifiutata di andare in ospedale, così lei accettò. Senza che le fosse detto a che tipo di operazione sarebbe stata sottoposta, venne quindi portata all'ospedale Vírgen del Rocío, di Siviglia.

Se ne rese conto soltanto il giorno dopo, vedendo la cicatrice che le era restata sul corpo. "Mi sono chiesta: 'Cosa hanno fatto della mia vita? Sono inutile? Tutti possono essere madri tranne me?' Da allora mi sento vuota ogni giorno della mia vita", ha raccontato a Euronews. Un evento che ha spazzato via l'affetto residuo che diceva di provare ancora per i suoi genitori. "Non mi fido più di nessuno, e non voglio più fidarmi di nessuno", aggiunge.

Da allora mi sento vuota ogni giorno della mia vita. Non mi fido più di nessuno, e non voglio più fidarmi di nessuno
Rosario
Vittima di sterilizzazione forzata

Tre anni fa, Rosario è riuscita a liberarsi dell'incapacità che permetteva ai suoi genitori di decidere su ogni aspetto della sua vita. Tuttavia, non è ancora completamente libera. Nei giorni feriali deve occuparsi del padre ottantenne, lo stesso che la riteneva incapace di prendersi cura di chiunque.

Sterilizzazione forzata: l'Europa in ordine sparso

L'assenza di una legislazione comune in Europa lascia nelle mani dei singoli Stati membri la decisione di mettere fuori legge la pratica della sterilizzazione forzata delle persone con disabilità. È ufficialmente vietata soltanto in Svezia, Irlanda, Belgio, Francia, Germania, Italia, Slovenia, Polonia e - da appena due anni - anche in Spagna .

A questi paesi si aggiungerà presto anche Malta, che ha da poco annunciato la volontà di cambiare rotta. "È una forma di dominio molto crudele, sia sulla sessualità che sulla riproduzione", ha dichiarato a Euronews María Eugenia Rodríguez Palop, membro del Parlamento europeo.

Sterilizzazione forzata: la palla passa a Bruxelles

A luglio, il Parlamento europeo discuterà se mettere fuori legge questa pratica. Previo anche un voto del Consiglio europeo, se passasse, la decisione diventerebbe vincolante per tutti gli Stati membri. L'intero spettro politico è d'accordo, ma a dividere sono i fondamenti giuridici della nuova direttiva europea sulla lotta alla violenza contro le donne.

No al divieto. L'opposizione di "paesi insospettabili" come Francia e Belgio

A creare problemi, secondo Rodríguez Palop, è il fatto che siano molto limitati e basati esclusivamente sul reato europeo di sfruttamento sessuale. "Stiamo cercando di ampliare i reati penali, il concetto di aggressione e di incorporare un legame tra lo sfruttamento sessuale e lo sfruttamento riproduttivo", spiega. L'opposizione arriva da Stati membri come la Repubblica Ceca, la Slovacchia o l'Ungheria, ma anche da altri Paesi "insospettabili quando si tratta di andare contro i diritti umani", dice ancora l'eurodeputata spagnola, come Francia, Belgio e Portogallo.

Carmen come Rosario: sterilizzata "per il suo bene"

Carmen, che decidiamo di chiamare così, ha una disabilità intellettiva del 67%. Aveva sempre sognato di diventare madre, ma come per Rosario, a decidere era già stata la madre. E come per Rosario, aveva deciso che a 20 anni sarebbe stata sottoposta a una legatura delle tube. 

La madre l'ha portata in ospedale senza dirle dove stava andando e perché. Quando il medico glielo ha spiegato era già in sala operatoria. "Piangevo e chiedevo di non farmi addormentare. Dicevo: per favore, fatemi avere un figlio, solo uno. Ho cercato di non addormentarmi, ma sentivo l'anestesia sempre più forte", racconta. "Quando ho firmato i documenti, la mia vista era sfocata perché ero già sotto anestesia. Ho firmato senza acconsentire, perché quando l'ho chiesto mi hanno detto solo di firmare", aggiunge.

In sala operatoria piangevo e chiedevo di non farmi addormentare. Chiedevo di lasciarmi avere un figlio, uno soltanto. Ho cercato di non addormentarmi, ma sentivo l'anestesia sempre più forte
Carmen
Vittima di sterilizzazione forzata

Il suo rifiuto ha avuto poca importanza. L'ultima parola spettava in ogni caso alla madre, in quanto sua tutrice legale. Da allora, il loro rapporto è però cambiato completamente. "Provo risentimento nei suoi confronti - di dice -, mi ha portato via una parte di me. È molto doloroso sentire che ciò che volevi di più al mondo ti è stato portato via, senza poter decidere".

Dieci anni dopo quell'operazione, Carmen dice sua madre continua a giustificarsi, dicendo di aver agito per suo bene. "Ogni volta che vedo la cicatrice, mi sento però ancora morire", conclude.

La sterilizzazione forzata in Europa. Numeri nella nebbia

Non esistono dati ufficiali sulle sterilizzazioni forzate effettuate in Europa. Il primo a raccoglierli sarà il Portogallo, che ha votato per realizzare uno studio sulla violenza contro le persone con disabilità, che includerà anche queste cifre.

Per le organizzazioni attive sul campo è chiaro che a subire questo genere di abusi sono soprattutto le donne. "In 20 anni di carriera sono a conoscenza di un solo caso di sterilizzazione di un uomo con disabilità intellettiva e non sono sicuro che sia mai stato effettuato", afferma Rubén Parrillo, direttore del centro diurno per persone con disabilità ATUREM.

Questo reportage è stato realizzato con il supporto del Journalismfund Europe

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