Grecia, primo dibattito elettorale in Tv in vista delle elezioni del 21 maggio

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Di Michela Morsa
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La sfida è tra il primo ministro uscente, il leader del partito conservatore Nuova democrazia Kyriakos Mitsotakis e l'ex premier Alexis Tsipras del partito di sinistra Syriza. I sondaggi li danno rispettivamente al 36% e al 29%

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In Grecia, a dieci giorni dalle elezioni generali del 21 maggio si è tenuto il primo dibattito elettorale televisivo dopo otto anni. Il confronto ha coinvolto i leader di tutti i partiti politici, invitati a esprimere le loro posizioni sulle principali questioni critiche che interessano l'opinione pubblica. 

Le elezioni sono state indette dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis in anticipo di due mesi rispetto alla fine del suo mandatoin modo che non coincidessero con gli esami di maturità. Un annuncio arrivatoa poche settimane di distanza dal disastro ferroviario che ha causato 57 morti e ha provocato rabbiose proteste di massa in tutto il Paese.

Secondo i sondaggi attuali, il partito conservatore del primo ministro uscente, Nuova democrazia, otterrebbe il 36%, seguito dal partito di sinistra Syriza guidato dall'primo ministro Alexis Tsipras, che otterrebbe il 29%. I socialdemocratici del Pasok-Kinal arriverebbero al terzo posto con il 10%, davanti al Partito comunista di Grecia (Kke, al 7%) e al movimento di estrema destra Soluzione greca, fermo al 4% come il partito di sinistra radicale Mera25 e il partito nazionalista Ek.

Il primo ministro Mitsotakis punta alla percentuale minima del 45%, necessaria per ottenere la maggioranza parlamentare assoluta. Se non sarà possibile formare un nuovo governo dopo il voto di maggio, saranno indette nuove elezioni per i "primi di luglio", ha puntualizzato il primo ministro uscente.

Il principale sfidante, l'ex primo ministro greco Alexis Tsipras, pianifica invece di formare un "governo stabile di cooperazione progressista" con i socialdemocratici, che potrebbe arrivare più facilmente alla soglia necessaria per la maggioranza parlamentare.

Le elezioni di maggio si terranno con un nuovo sistema elettorale proporzionale che elimina il “bonus” di 50 seggi per il primo partito, bonus che alle elezioni del luglio 2019 permise a Nuova Democrazia di conquistare la maggioranza parlamentare assoluta e a Mitsotakis di arrivare alla guida del Paese.

Il dibattito

Tutti i leader politici hanno espresso le loro opinioni su economia, politica estera e difesa del Paese, ma anche sul funzionamento dello Stato, l'istruzione, la sanità, l'ambiente e l'energia.

Interpellato sulla politica estera e di difesa, Mitsotakis si è detto pronto a parlare con chiunque venga eletto presidente in Turchia, ma senza farsi illusioni. 

"Rispetteremo il giudizio del popolo turco e sono disposto a parlare con chiunque venga scelga. Il revisionismo turco, espresso dalla dottrina della "Patria blu", è profondamente inscritto nel Dna di tutti i partiti turchi. Sono sempre pronto a discutere l'unica differenza che abbiamo, la delimitazione delle zone marittime. La politica di forte deterrenza e di forti alleanze deve continuare", ha detto Mitsotakis. 

Alexis Tsipras è stato messo alle strette sull'industria della difesa greca e sulla sorveglianza delle frontiere. "È ovvio che bisogna sorvegliare i confini. Quando Syriza era al potere c'era una recinzione e non l'abbiamo abbattuta", ha detto. "Non andremo nemmeno contro le raccomandazioni degli addetti ai lavori", ha chiarito, sottolineando però che "non prenderemo in giro i cittadini". "La questione dell'immigrazione non si risolverà con le recinzioni. Dove ci sono, che ci siano, bene che ci siano, ma si risolverà con una rivendicazione diversa a livello europeo".

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