La "crisi del mattone" in Italia e Irlanda: troppi turisti e poche soluzioni abitative

Chiave di casa cercasi.
Chiave di casa cercasi. Diritti d'autore PhotoMIX Company
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Di Rebekah Daunt
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A Dublino come a Milano, considerata una delle città più care d'Europa per il sistema "housing", i proprietari delle case preferiscono mettere i loro immobili a disposizione di Airbnb piuttosto che affittarli normalmente: il guadagno per i proprietari è notevole. le difficoltà per i residenti pure

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Gli affascinanti laghi italiani, la gastronomia, il clima e il patrimonio famoso in tutto il mondo attirano milioni di turisti ogni anno.
Circa 56 milioni di turisti hanno visitato l'Italia nel 2022: una cifra vicina ai livelli pre-pandemia.

Concorrenza tra residenti e turisti

Mentre il turismo resta uno dei principali motori della terza economia più grande d'Europa, i residenti di alcune delle città più famose d'Italia. come Milano, Roma, Venezia, Firenze e Napoli, lottano ogni giorni per "competere" con il flusso di turisti in arrivo tutto l'anno e con un'offerta ancora limitata di alloggi.

Airbnb, il servizio di alloggio online che consente ai proprietari di immobili di affittare le proprie case o stanze ai viaggiatori, è entrato sul mercato italiano nel 2008.
Secondo Fabio Scrivanti, che lavora a Venezia alla Venice Art Factory, Airbnb ha creato un vero e proprio "incubo" per i residenti veneziani che necessitano di alloggi a prezzi accessibili.

"I proprietari veneziani hanno scoperto che è più redditizio affittare le loro proprietà su Airbnb piuttosto che affittarlaealla gente comune", ha detto Fabio Scrivanti a Euronews.

"La gente del posto non può permettersi di pagare più di 80 euro per una camera a notte, il prezzo richiesto da Airbnb, e che è il prezzo che si pagherebbe per un pernottamento in un hotel. Se dovessimo fare i conti con questi prezzi, sarebbero 2.400 euro di affitto al mese: è pazzesco! Di certo io non posso permettermelo", ha aggiunto Fabio Scrivanti.

Del resto, aggiungiamo noi: a 80 euro a notte, ai proprietari bastano dieci notti per guadagnare 800 euro. Perché, allora, affittare un mese intero per una cifra inferiore, come 500-600 euro?

Continua Fabio Scrivanti: "Io ho 29 anni, ho una laurea magistrale e lavoro nel settore per il quale ho studiato all'Università. Ho molta esperienza, ma comunque gli stipendi non sono alti, in Italia. Le persone della mia età non possono permettersi l'affitto, figuriamoci una casa di loro proprietà: molti dei miei amici vivono ancora a casa con i loro genitori... è solo più comodo!

"Io sono stato fortunato con il mio appartamento condiviso, perché il mio padrone di casa mi ha dato la stanza a buon prezzo, ma questo avviene raramente. So che questa non è affatto la realtà per molte persone", ha spiegato Fabio Scrivanti.

Cara, carissima Milano

A parte Airbnb, gli affitti astronomici in alcune delle principali città italiane stanno anche rendendo più difficile per i residenti della città stessa permettersi di pagare gli anticipi sui mutui. Secondo "Housing Everywhere", la piattaforma di affitto online più grande d'Europa, Milano è una delle città più costose d'Europa.

Lucia Pizzimenti (35 anni), ingegnere ambientale, vive e lavora a Milano. Ha spiegato a Euronews: "Vivo con mia nonna, che ha una stanza libera nel suo appartamento, perché non voglio pagare più di 800 euro per una piccola stanza qui in città".

Lucia ha cercato di comprare casa a Milano, negli ultimi sette anni, ma recentemente ha dovuto ampliare la sua ricerca ai paesi attorno a Milano o alle città non troppo lontano (Monza, ad esempio) per trovare un appartamento che rientri nel suo budget.

"i turisti possono essere in grado di pagare quei soldi, ma chi ci vive tutti i giorni, no.
Ho cercato di risparmiare per acquistare un appartamento tutto mio a Milano, ma qui è quasi impossibile. Gli stipendi non sono abbastanza alti".
Lucia Pizzimenti
Ingegnere ambientale

Mentre gli aspiranti affittuari e proprietari di case in Italia continuano a "combattere" l'afflusso di turisti post-pandemia e l'aumento dei costi di alloggio, la mancanza di soluzioni di alloggio a breve termine anche in Irlanda sta scoraggiando i turisti dal visitare l'Isola di Smeraldo.

Isola di Smeraldo...cara come uno smeraldo!

La Irish Tourism Industry Confederation (ITIC) afferma che l'inflazione dei costi sugli alloggi per le vacanze sta avendo un impatto negativo sul settore del turismo e che un terzo dei posti letto turistici al di fuori della capitale Dublino sono soggetti a contratti di alloggio governativi, che fungono da alloggi di protezione internazionale per rifugiati e richiedenti asilo.
Nella sola Contea di Donegal, più del 50% dei posti letto turistici sono appaltati dal governo.

Il numero di visitatori internazionali in Irlanda durante il primo trimestre del 2023 è stato del 16% inferiore a gennaio-marzo 2019.

Mentre i fornitori di servizi turistici irlandesi faticano a eguagliare i livelli di turismo pre-Covid dell'Irlanda, molte aziende del settore turistico temono che i continui aumenti dei prezzi ridurranno la reputazione turistica dell'Irlanda, a rischio sul lungo termine.

Ciò influisce sui fornitori di attività e tour in tutto il Paese, che fanno molto affidamento su hotel, B&B, ostelli e Airbnb per ospitare i visitatori durante i loro soggiorni.

Nessun luogo dove andare

La crisi migratoria in Europa e la tensione che essa pone sulla mancanza di alloggi disponibili sta ora avendo davvero un effetto negativo sia sui rifugiati che sui locali.

Secondo l'Irish Refugee Council, il rapido aumento dei richiedenti asilo, in particolare i rifugiati ucraini, ha evidenziato le carenze della politica abitativa irlandese.
Finora, circa 73.000 rifugiati ucraini sono fuggiti in Irlanda dall'inizio della guerra e tutti hanno bisogno di un posto dove vivere.

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La Croce Rossa irlandese ha riferito che la mancanza di soluzioni di alloggio di emergenza prontamente disponibili in Irlanda per i rifugiati ucraini aveva raggiunto un punto di crisi nel luglio 2022, nonostante gli sforzi del servizio pubblico irlandese e degli stessi cittadini irlandesi.
Nel marzo 2022, il segretario generale della Croce Rossa irlandese Liam O'Dwyer ha confermato che circa 23.000 "location" erano state offerte da cittadini irlandesi per essere eventualmente destinate ad ospitare gli ucraini.

Sebbene gli irlandesi siano famosi per la loro generosità, questa cifra non era sufficiente. Di conseguenza, alcuni rifugiati ucraini arrivati ​​in Irlanda non hanno avuto altra scelta che...dormire sul pavimento dell'aeroporto di Dublino, nelle hall degli hotel e nei campeggi temporanei!

Il governo irlandese ha promesso di trovare soluzioni alla carenza di alloggi e di sostenere le comunità locali, i nuovi arrivati ​​e i richiedenti asilo, ma la Irish Tourism Industry Confederation ha fatto notare a chiare lettere che, nella complicata "equazione" tra rifugiati e turisti, anche il turismo e le entrate che esso genera debbono essere seriamente presi in considerazione. 

Il decennio dello sviluppo perduto

Secondo Mark Rose, amministratore delegato di Rose Properties, la crescita economica e la ripresa dell'Irlanda dopo il crollo finanziario del 2008 sono state in gran parte dovute agli investimenti stranieri:
"Ci siamo ripresi bene, ci sono molti soldi e molti posti di lavoro in Irlanda, ma non ci sono alloggi per supportare tutti coloro che stiamo attirando. Quindi, anche se volessimo attirare i costruttori per aiutare a risolvere il problema, come fanno molti Paesi, paradossalmente non ci sarebbe nessun posto dove vivere", ha spiegato Rose.

"In Irlanda è stato costruito poco e niente per 9-10 anni, perché non c'erano soldi per costruire, non c'erano architetti, muratori, elettricisti, muratori: si sono trasferiti tutti all'estero, in Australia ad esempio, in cerca di lavoro. E questi professionisti non sono mai tornati. E non sono stati mai rimpiazzati".

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Mentre l'Irlanda è ancora uno dei Paesi meno densamente popolati d'Europa, le leggi che regolano i permessi di costruzione creano molta burocrazia per i potenziali costruttori, come ha spiegato Roy Dennehy, il capo di Dennehy Auctioneers:
"Viviamo in un periodo di latenza, perché nel 2006 avevamo una popolazione di forse quattro milioni e mezzo di abitanti, ma stavamo costruendo 90.000 unità, tra appartamenti e case, ogni anno. La popolazione, ora, è aumentata e stiamo costruendo un terzo di prima"", spiega Dennehy.

I dati lo confermano: lo scorso anno in Irlanda sono state costruite circa 30.000 unità abitative, un terzo delle abitazioni costruite in tutta l'Irlanda nel 2006.

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