Irlanda del Nord e Accordo del Venerdì Santo: 25 anni di pace incompiuta

Il quartiere cattolico di Belfast in trincea. Immagini come questa, che risale al 1974, erano ricorrenti durante gli anni caldi del conflitto
Il quartiere cattolico di Belfast in trincea. Immagini come questa, che risale al 1974, erano ricorrenti durante gli anni caldi del conflitto Diritti d'autore -/AFP
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Il 10 aprile del 1998 la firma dell'Accordo del Venerdì Santo che pose fine a quasi 30 anni di conflitto in Irlanda del Nord. Scomparse le bombe, tra cattolici e protestanti restano però muri fisici e ferite profonde. Sfumato il bilancio di esperti e popolazione: "25 anni di pace incompiuta"

Il 10 aprile del 1998 fa l'Accordo del Venerdì Santo: 25 anni di pace incompiuta

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Il 10 aprile di 25 anni fa la firma dell'Accordo del Venerdì Santo": storico documento, così battezzato per la ricorrenza religiosa in cui fu siglato, che pose sostanzialmente fine a quasi trent'anni di conflitto in Irlanda del Nord fra cattolici repubblicani e indipendentisti da una parte e protestanti unionisti filobritannici dall'altra. Una sanguinosa guerra civile che le azioni delle contrapposte fazioni paramilitari dell'IRA e delle milizie dell'Ulster, hanno lastricato con più di 3700 morti, lasciando una ferita ancora aperta nella società.

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La protesta dell'IRA nel 1977. Alla Regina Elisabetta e alle politiche britanniche vengono imputati gli allora già 1800 morti provocati dal conflitto-/AFP

Cattolici e protestanti ancora separati da oltre 100 "muri della pace"

A confermarlo, gli oltre cento "muri della pace" che a Belfast separano tuttora i protestanti britannici della classe operaia dai vicini cattolici irlandesi. Prova del fatto che, nonostante i suoi 25 anni, il celebre Accordo del Venerdì Santo non ha centrato tutti i suoi obiettivi. "Nessuno credo possa dire che il processo di pace abbia portato risultati definitivi - commenta oggi Joe O'Donnell del Belfast Interface Project -. Non ha portato quanto la gente avrebbe sperato e si sarebbe aspettata dopo 25 anni".

I coetanei dell'Accordo: "C'è ancora da fare, ma rispetto ai nostri genitori siamo privilegiati"

Una percezione condivisa dai coetanei all'Accordo. Una generazione che non ha vissuto le violenze sulla sua pelle, ma che ha potuto misurarne eredità e ferite nella vita di tutti i giorni. "Qualche risultato l'ha portato ma c'è ancora molto lavoro da fare", dice una giovane ai nostri microfoni. " Viviamo comunque una pace relativa e per questo mi sento molto privilegiato - commenta un altro -. Niente a che vedere con i tempi terribili di cui mi hanno parlato i miei genitori". Diverso però il giudizio sul processo politico, condito da una frustrazione, esasperata dal sostanziale "congelamento" delle attività del parlamento nordirlandese di Stormont, seguito alla Brexit

DAN CHUNG/AFP
Il primo ministro britannico Tony Blair con il suo omologo irlandese Bertie Ahern e il senatore americano George Mitchell dopo la firma dell'Accordo del Venerdì SantoDAN CHUNG/AFP

"Accordo imperfetto, ma ha portato una pace che era impossibile da immaginare"

Nonostante il diffuso scetticismo l'Accordo del Venerdì Santo ha comunque secondo molti il merito di aver "congelato", con una pace di fatto, un conflitto in apparenza inestricabile e senza fine. "Molti nazionalisti e molti unionisti non apprezzano molto diversi punti dell'Accordo del Venerdì Santo - spiega Richard English, docente alla Queens University di Belfast -. Rispetto però a tanti altri conflitti in altre parti del mondo, il raggiungimento di una pace sostanziale in un conflitto che sembrava inestricabile e infinito è già di per sé un risultato notevole".

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