Sei mesi di Giorgia Meloni premier: come valutare il suo operato?

Italian Premier Giorgia Meloni, center, waits to start her briefing to COPASIR parliamentary intelligence commission in Rome.
Italian Premier Giorgia Meloni, center, waits to start her briefing to COPASIR parliamentary intelligence commission in Rome. Diritti d'autore Roberto Monaldo/LaPresse
Di Redazione italiana
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A tal proposito, Euronews ha intervistato la professoressa Cecilia Sottilotta, per la quale "forse i nemici della premier si nascondono tra gli alleati"

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Con parole e musica di Giorgia Meloni che arriva a un vertice dell'Unione europea, sono trascorsi sei mesi dal suo insediamento.

Come valutare il periodo della premier, salita al potere in Italia con un partito politico dalle radici neofasciste e con la promessa di contrastare l'Europa inneggiando a Dio, alla patria e alla famiglia?

A tal proposito, Euronews ha intervistato Cecilia Sottilotta, docente di Scienze politiche all'Università per stranieri di Perugia.

"Meloni - dice - è arrivata con questo stigma e ha iniziato subito un lavoro di comunicazione molto attento, mantenendo un profilo molto basso ma assai rassicurante a livello internazionale.

Si è subito preoccupata, come avranno notato gli osservatori internazionali, di rassicurare gli alleati e quindi in primis gli Stati Uniti.

La Nato ha subito riaffermato l'impegno dell'Italia per l'Unione europea, quindi è stata molto in linea con Draghi in termini di politica internazionale".

Equilibrio internazionale

Non c'è più traccia delle posizioni sovraniste che predicava prima di diventare la prima donna premier italiana.

Insiste persino affinché venga mantenuta la forma maschile del nome della posizione in italiano, quando ci si riferisce a lei.

E il rapporto con l'Unione europea prosegue, perché da questo dipende la continua ricezione dei sussidi da parte dell'Italia.

Tuttavia, il reddito di cittadinanza, almeno così com'è ora, terminerà quest'estate, come promesso.

Proprio sul fronte interno, Meloni è riuscita a essere più fedele alle attese elettorali, con provvedimenti come il primo decreto legge contro gli organizzatori di rave party, il blocco della registrazione dei bambini per le coppie gay all'anagrafe o l'attacco alle Ong che assistono gli immigrati.

"Nel non riuscire a realizzare sino in fondo queste promesse elettorali europee - aggiunge Sottilotta - il governo si sta indirizzando verso battaglie culturali un po' gratuite: in un certo senso, strizzano l'occhio all'elettorato".

In questi sei mesi, la premier ha scoperto che forse i suoi principali nemici non sono all'opposizione, ma tra i suoi stessi alleati nella coalizione di governo
Cecilia Sottilotta
docente Università per stranieri di Perugia

Con la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi, Meloni ha ottenuto il 44% dei voti.

Diciamo che Berlusconi, per una serie di motivi, anche personali, è sicuramente in un momento di debolezza; Salvini, per così dire, resta al suo posto.

In entrambi i casi, se guardiamo anche ai sondaggi e all'andamento dei consensi, non c'è alcun incentivo, né per Forza Italia né per la Lega, a mettere a repentaglio la solidità della coalizione".

Anche i venti economici spirano a favore della premier, che ora deve affrontare la sfida di gestire la terza economia più grande nell'Eurozona ma ha il debito maggiore dopo la Grecia.

Sul fronte interno, un'altra grande sfida è il basso tasso di natalità.

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