L'Opec+ fa risalire il prezzo del greggio con tagli sostanziali della produzione

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Di euronews e ansa
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L’economia globale si ritrova con oltre un milione e mezzo di barili di petrolio in meno al giorno. Gli analisti pensano che il barile potrebbe tornare a 100 dollari e l'inflazione può ripartire alla grande

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L'annuncio dell'OPEC+ di tagliare la produzione del greggio ha fatto impennare i prezzi del petrolio, alimentando i timori di un'ulteriore rialzo dell'inflazione che in Occidente terrorizza non poco. Il cartello ha segnalato che potrebbe limitare la produzione in modo sostanziale. Così  l’economia globale si ritrova a che fare con oltre un milione e mezzo di barili di petrolio in meno al giorno. E dopo l’impennata dei prezzi che questo sviluppo a sorpresa ha innescato fin dalle prime contrattazioni di lunedì , ora gli analisti iniziano a interrogarsi sul dove potrebbero arrivare le quotazioni, ipotizzando anche un ritorno del barile a 100 dollari.

La parola agli esperti

Gli esperti chiariscono le dinamiche in atto: "La crisi finanziaria o la crisi bancaria spuntata negli Stati Uniti nelle ultime settimane e in successione in  Europa con Credit Suisse, credo abbia aumentato le possibilità delle economie avanzate di entrare in recessione più velocemente e prima di quanto si pensasse e forse per un periodo più lungo. La seconda ragione principale, a mio avviso, è che la riapertura della Cina, che si pensava avrebbe avuto una brillante ripresa in  termini di domanda economica, è probabilmente più lenta del previsto", spiega  Mohammed Ali Yasin, esperto nell dinamiche dei mercati.

Le paure dei governi

L'annuncio arriva mentre i governi lottano strenuamente contro un'inflazione costantemente elevata. I suoi recenti cali, in alcuni paesi occidentali, risalivano proprio al calo del prezzo del greggio. Così un nuovo rimbalzo del petrolio potrebbe invertire questa tendenza e costringere le banche centrali ad evitare di allentare i tassi di interesse come si pensava di fare. I tagli alla produzione petrolifera sono "nell'interesse dei mercati globali dell'energia". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia Tass che ha commentato così la decisione dell'Opec+.

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