Pensioni: solidarietà ai lavoratori francesi, il ritorno del conflitto di classe in Europa

Sit in davanti all'ambasciata di Francia a Roma - foto Usb Italia
Sit in davanti all'ambasciata di Francia a Roma - foto Usb Italia Diritti d'autore cleared
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Di Gioia Salvatori
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Il sindacato di base si mobilità per i lavoratori francesi in diversi Paesi europei. In Italia sit-in davanti all'ambasciata di Francia, Pierpaolo Leonardi dell'Usb: "Ai lavoratori francesi dico di stare attenti, qui in Italia siamo andati ben oltre"

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Sconosciuto ai giovani, talvolta evocato come un residuato storico dell'Ottocento e del Novecento, eccolo che oggi ritorna galvanizzato dai cugini d'Oltralpe: è il conflitto di classe. Ci avevano già provato con i gilet gialli, i francesi, a ricordare ai popoli cos'è la lotta contro il "capitale", adesso tornano in piazza in forma piú trasversale, senza un simbolo unificatore ma con altrettanta veemenza, contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron che eleva l'età della "retrait" da 62 a 64 anni. La classe media, i meno abbienti, la sinistra radicale ma anche i giovani nelle università e nei licei ancora una volta provano a dare la sveglia al governo che vive la fase piú difficile delle legislatura. 

L'eco della protesta arriva nelle altre capitali europee ed oggi, ennesimo giorno di mobilitazione in Francia con scioperi massicci, cortei, blocchi stradali, scontri e arresti già in nottata, i sindacati di base organizzano sit-in per i cugini d'Oltralpe. A Roma a mezzogiorno ritrovo sotto l'ambasciata di Francia, in altre città l'appuntamento sarà di fronte ai consolati francesi e qua e là in Europa o di fronte alle sedi diplomatiche o uffici commerciali francesi. 

"Tutte le organizzazioni sindacali di classe che in Europa aderiscono alla Federazione sindacale mondiale hanno deciso di essere a fianco dei lavoratori francesi in questa ennesima giornata di sciopero - dice Pierpaolo Leonardi del dipartimento internazionale dell'Usb Italia - contro la riforma delle pensioni e contro questo attacco brutale alle condizioni di vita di milioni di lavoratori in Francia e in tutta Europa. Oggi noi saremo in Italia, in Grecia, in Spagna, a Cipro, in Portogallo davanti alle ambasciate francesi o agli uffici commerciali francesi - continua Leonardi -  Non è solo la rivolta dei francesi e dei cittadini francesi contro la riforma pensionistica, che pure è il punto centrale, la mobilitazione segnala una ripresa del conflitto in Europa dove ci sono sindacati che hanno deciso di non vendersi alle controparti".

Non è solo la rivolta dei francesi e dei cittadini francesi contro la riforma pensionistica, che pure è il punto centrale, la mobilitazione segnala una ripresa del conflitto in Europa dove ci sono sindacati che hanno deciso di non vendersi alle controparti
Pierpaolo Leonardi
Dipartimento internazionale dell'Usb Italia

Lei definisce la rifoma francese un "attacco brutale", allora come definirebbe la situazione italiana dove si va in pensione a 67 anni?

"Infatti il problema dei francesi è di non fare come l'Italia. L'obiettivo per noi è dare un contributo di solidarietà per dirgli 'state attenti perché qui siamo andati ben oltre'. Siamo andati ben oltre perché in Italia c'è stato un atteggiamento da parte delle grandi organizzazioni sindacali di accondiscendenza rispetto ai progetti e ai processi di riforma strutturale che sono stati adottati in qualche modo aderendo ai diktat dell'Unione europea. Questa Unione europea che passa di austerity in austerity e che ha deciso, per mantenere la propria posizione dentro la competizione internazionale, di far pagare ai lavoratori, alle famiglie, ai ceti popolari il costo non solo della austerity, ma anche dell'intervento in Ucraina".

Veramente Bruxelles ha deciso di allentare i lacci del patto di stabilità dopo il Covid...

"È stato allentato, ma i Paesi continuano ad agire nei confronti dei ceti meno abbienti e dei lavoratori, spesso con lo stesso criterio. Poi è stato allentato formalmente, ma non sostanzialmente. In Italia abbiamo per esempio un'aggressione al sistema sanitario nazionale". 

Lei ha detto che questa non è solo rivolta francese a una ripresa del conflitto in Europa, dove ci sono sindacati che hanno deciso di non vendersi. Vogliamo fare qualche esempio?

"Gli scioperi dei trasporti in Inghilterra, ormai da mesi contro le privatizzazioni frutto delle scelte dell'Unione europea per favorire quella logica per cui lo Stato alla fine è uno Stato per il mercato e non uno Stato per per i cittadini. In Grecia la risposta delle organizzazioni sindacali di classe sta portando avanti scioperi continui contro i risultati delle privatizzazioni e l'aggressione che la Grecia ha subìto nella fase di austerity. In Portogallo nei giorni scorsi c'è stata un'enorme manifestazione a Lisbona sulla questione salariale, in Spagna lo stesso...in Italia c'è una ripresa del conflitto in alcuni settori: logistica, trasporti, dove l'industria viene smantellata". 

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Sit in piazza farnese a Roma - foto Usb Italiacleared

Insomma attenzione perché il sindacato e la sinistra radicale non sono morti anzi si sentono vivi e vegeti e se finora, come dice Leonardi, la lotta di classe "l'hanno gestita i padroni", adesso è il momento di riprendersi uno "spazio negato".

Insomma attenzione: il quarto stato marcia convinto fuori dalla tela, non conosce confini e dopo austerity, covid e inflazione ai massimi, non ha intenzione di mollare.

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