Libano, nuovo record in negativo per la lira. In migliaia in coda davanti alle banche chiuse

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Di Debora Gandini
Lira libanese vs dollaro
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Crolla ancora a picco la lira libanese strascinando con se un paese alle prese con una gravissima crisi economica. Nel corso di tre anni la valuta ha perso più del 98% del suo valore nel contesto del fallimento del sistema bancario del Libano per decenni considerato tra i più stabili e affidabili al mondo. Un record storico in negativo che grava sugli sforzi del governo per contenere l'inflazione.

Questo martedì un dollaro statunitense è stato scambiato a 100mila lire libanesi, dopo che nei giorni scorsi la valuta locale aveva progressivamente perso nuovo terreno nei confronti del biglietto verde.

In questo contesto i risparmi di centinaia di migliaia di persone sono andati in fumo tra la disperazione di chi, in coda davanti alle banche, non riesce più a prelevare nulla.

La nuova ondata di svalutazione è stata aggravata dalla decisione dal cartello delle banche di riprendere sine die quello che è stato definito come uno "sciopero" in segno di protesta per alcune decisioni giudiziarie contro alcuni dei contestati istituti di credito libanesi.

“L’Associazione delle banche in Libano, nel frattempo, continua il suo sciopero aperto dal 7 febbraio (febbraio) di quest’anno, e include la chiusura parziale pur mantenendo i servizi di base per i clienti, in obiezione alla citazione giudiziaria nei suoi confronti e non riconoscendo il “assegno” bancario come mezzo di pagamento e di evasione dei depositi e obbligandolo a trattare in contanti, mentre le sentenze giudiziarie obbligano le banche ad accettare il pagamento dei debiti dei depositanti tramite un “assegno”, che le banche considerano doppi standard”, scrive l’Indipendet Arabia.

Dal novembre del 2019 le banche hanno di fatto impedito a quasi tutti i correntisti e risparmiatori in Libano di accedere ai loro fondi e conti correnti in valuta pesante.

Solo alla fine del 2019, quando si è palesata la peggiore crisi finanziaria mai vissuta dal Libano, il dollaro valeva 1.500 lire al cambio fisso, così rimasto invariato per 30 anni sotto la supervisione della Banca centrale libanese. Questa è guidata dal 1993 dal plurinquisito governatore Riad Salame, indicato da più parti come esponente di spicco del cartello delle banche e membro dell'oligarchia al potere dalla fine della guerra civile (1975-90).

Intanto secondo le stime dell'Onu tra i residenti in Libano, inclusi i profughi palestinesi e siriani, 4 su 5 vivono in condizioni di povertà.

Risorse addizionali per questo articolo • ANSA