Iran, la condanna a morte di Habib Chaab è definitiva

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Iran, la condanna a morte di Habib Chaab è definitiva. A pronunciarsi in questo senso anche la Corte suprema. Il cittadino svedese, di origini iraniane, è stato condannato per terrorismo

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La condanna a morte di Habib Chaab  è confermata e definitiva.

Per la giustizia iraniana, si è espressa in questo senso anche la Corte suprema,  l'uomo, cittadino svedese, di origini iraniane è colpevole di corruzione sulla terra, guida un gruppo ribelle ed è inoltre la mente e la mano di numerosi attentati terroristici .

 Habib Chaab, un uomo sulla cinquantina,  viene presentato come il leader del gruppo Asmla (Movimento arabo per la liberazione di Ahvaz), considerato da Teheran un movimento terroristico.

Era scomparso nell'ottobre 2020 dopo essere andato a Istanbul, per poi riapparire un mese dopo in un carcere iraniano.

Il processo si era concluso nel gennaio del 2022 e il 6 dicembre scorso era stata annunciata la sua  condanna a morte.

Nel novembre 2020, la televisione iraniana aveva trasmesso un video di Habib Chaab, in cui lo si accusava in particolare di un attacco omicida che aveva preso di mira una parata militare nel settembre 2018 ad Ahvaz, capitale della provincia del Khuzestan, e di lavorare per i servizi di Intelligence sauditi.

Il ruolo della Svezia e le altre condanne

La Svezia gli ha già offerto un'assistenza consolare ma senza risultato, perché l'Iran non riconosce la  nazionalità svedese di Chaab. Al contrario, la giustizia iraniana ricorda che per lungo tempo Chaab ha vissuto in Svezia  beneficiando delle strutture e dei mezzi del governo e dell'apparato di sicurezza di questo Paese".  Quasi facendoglene una colpa.

Lunedì scorso la giustizia iraniana ha condannato a morte sei uomini accusati di far parte del gruppo Asmla, accusati di essere agli ordini dei loro leader europei, come Habib Nabgan e Habib Chaab”.

Teheran ha sollevato un'ondata di indignazione internazionale dopo aver giustiziato a gennaio un ex funzionario della Difesa, l'iraniano-britannico Alireza Akbari, condannato per spionaggio.

A febbraio, la Germania ha espulso due diplomatici di stanza a Berlino per la condanna a morte del dissidente iraniano-tedesco Jamshid Sharmahd, 67 anni. L'uomo è accusato di aver partecipato a un attacco contro una moschea a Shiraz, nel sud dell'Iran, che ha ucciso 14 persone nell'aprile 2008.

Almeno 16 persone con passaporto occidentale,  sono detenuti in Iran, la maggior parte dei quali con doppia cittadinanza.

Tra loro c'è l'accademico iraniano Ahmadreza Djalali, un residente svedese arrestato durante una visita in Iran nell'aprile 2016 e condannato a morte nel 2017 per spionaggio per conto di Israele. Ha ottenuto la cittadinanza svedese durante la detenzione. Secondo la sua famiglia, è ancora nel braccio della morte.

Le relazioni iraniano-svedesi sono tese anche per il caso di Hamid Noury, un ex funzionario delle carceri iraniane, condannato all'ergastolo in Svezia per il suo ruolo nelle esecuzioni di massa di prigionieri ordinate da Teheran nel 1988.

Il suo processo, iniziato in appello a gennaio, suscita l'ira di Teheran, che denuncia regolarmente procedimenti "politici" e "accuse infondate e inventate contro l'Iran" in questo caso.

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