Proteste in Georgia, il governo fa dietrofront e promette il rilascio dei detenuti

Proteste a Tbilisi
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Opposizione, giornalisti e attivisti dei diritti umani da giorni assediavano il parlamento considerando la legge "sugli agenti stranieri", ora ritirata, liberticida. Sostegno anche della presidente Zurabishvili

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Dopo giorni di proteste, scontri e arresti, il partito al governo Sogno Georgiano e gli altri partiti della maggioranza parlamentare della Georgia hanno deciso di ritirare il disegno di legge sulla trasparenza dell'influenza straniera. Ma nonostante le concessioni dell'esecutivo, che ha anche promesso di rilasciare i detenuti arrestati nei giorni scorsi, non si fermano le proteste di massa. 

Anche nella serata di giovedì sono migliaia le persone fuori dal parlamento georgiano. E nel centro di Tbilisi risuonano le richieste di dimissioni del governo che, nel fare dietro front, ha rimarcato la bontà delle intenzioni dei legislatori, vittime di una falsa propaganda. 

"Vediamo che il disegno di legge adottato ha causato polemiche nella società. Una macchina delle bugie è riuscita a presentare il disegno di legge in una luce negativa e a fuorviare una certa parte della popolazione. Al disegno di legge è stata allegata una falsa etichetta di 'legge russa' e la sua adozione in prima lettura è stata presentata agli occhi di una parte dell'opinione pubblica come un allontanamento dal corso europeo", si legge nel comunicato congiunto delle parti.

Sulla questione è nuovamente intervenuta la presidente della Georgia Salome Zurabishvili. Parlando a sostegno dei manifestanti, ha definito "naturale" la sfiducia nei confronti del governo. 

"Se siamo un Paese democratico, il governo e il parlamento non si possono permettere di ignorare la voce e la volontà del popolo".

La Presidente ha dichiarato che intende bloccare altri progetti che, a suo avviso, contraddicono la scelta europea della Georgia.

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La rabbia davanti al Parlamento

La rabbia era scoppiata giorni fa davanti alla sede del Parlamento dopo che i deputati avevano approvato la prima lettura della proposta di legge, che richiedeva alle organizzazioni mediatiche che ricevono oltre il 20% dei loro finanziamenti da fonti estere di registrarsi come agenti stranieri.

La legge era simile a quella in vigore dal 2012 in Russia, utilizzata per mettere a tacere tutte le voci critiche nei confronti del governo di Mosca. Per gli oppositori, media e cittadini, ma anche per la presidente della Georgia, il timore era quello di una svolta verso un autoritarismo che metterebbe a rischio le possibilità del paese di aderire all’Unione europea.

La presidente della Georgia, Salome Zurabishvili, aveva dichiarato che avrebbe posto il veto al disegno di legge, ma i parlamentari avrebbero avuto comunque l'opportunità di annullarlo proseguendo sulla strada intrapresa, affermando che la normativa fosse necessaria per la trasparenza del lavoro delle entità finanziate da rappresentanti di stati stranieri.

Una legge criticata dall’Ue

L'alto rappresentante dell'UE Josep Borrell ha affermato che l'adozione di un tale disegno di legge ostacolerebbe l'integrazione europea della Georgia.

La proposta di adottare anche in Georgia una legge sugli ‘agenti stranieri’ era stata presentata dal partito filogovernativo Potere del Popolo, incontrando le proteste di organizzazioni non governative e media.

La presidente Zurabishvili, come riporta Ukrainska Pravda – aveva dichiarato che “La Georgia vede il suo futuro in Europa e non permetterà a nessuno di privarla di questo futuro”, precisando che il suo paese non ha bisogno del disegno di legge sugli “agenti stranieri”. 

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