Raisi: "Nessuna pietà per i nemici dell'Iran"

"Nessuna pietà", ha dichiarato Raisi.
"Nessuna pietà", ha dichiarato Raisi. Diritti d'autore Vahid Salemi/Copyright 2022 The AP
Diritti d'autore Vahid Salemi/Copyright 2022 The AP
Di Cristiano TassinariEuronews - AFP - Agenzie internazionali
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Parlando a Teheran alla cerimonia in onore dei soldati iraniani morti durante la guerra tra Iran e Iraq, negli anni '80, Raisi ha incolpato i "nemici della nazione" per le proteste di massa degli ultimi tre mesi contro il regime

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Articolo del 27.12.2022

"Nessuna pietà per chi è ostile nei confronti della Repubblica islamica": lo ha dichiarato il presidente dell'Iran, Ebraihim Raisi.

Parlando a Teheran alla cerimonia in onore dei 400 soldati iraniani morti durante la guerra tra Iran e Iraq (1980-88), Raisi ha incolpato i "nemici della nazione" per le proteste di massa degli ultimi tre mesi contro il regime.

"Gli ipocriti, i monarchici, le correnti controrivoluzionarie e tutti coloro che sono stati danneggiati dalla rivoluzione si sono uniti alle manifestazioni.
Le braccia della nazione sono aperte a tutti coloro che sono stati ingannati. I giovani sono i nostri figli, ma non avremo pietà per gli elementi ostili".
Ebrahim Raisi
62 anni, Presidente dell'Iran dall'agosto 2021

il regime contro Alì Daei

Lunedì, alla moglie e alla figlia dell'ex calciatore Alì Daei (53 anni), una leggenda sportiva in Iran, è stato impedito di lasciare il Paese: la polizia ha addirittura costretto un aereo della compagnia iraniana Mahan Air, sulla rotta Teheran-Dubai, a fare scalo sull'isola di Kish (si trova in Iran), proprio per fermare la moglie e la figlia di Alì Daei.
L'ex capitano della nazionale di calcio, aveva più volte criticato il governo per aver represso con la violenza le proteste popolari.

HASAN SARBAKHSHIAN/AP
In una foto del 2004: Alì Daei (a destra) con l'allora presidente iraniano Mohammad Khatami.HASAN SARBAKHSHIAN/AP

100 giorni di proteste, oltre 500 vittime

In Iran sono state finora giustiziate due persone, accusate di aver fomentato le proteste, iniziate 100 giorni fa, in seguito alla morte - il 16 settembre - di Mahsa Amini, ragazza di 22 anni, di origine curda, arrestata dalla "Gashte Ershad" (la Polizia Morale) per non aver indossato correttamente l'hijab.

I funzionari di stato iraniani hanno ammesso che centinaia di persone sono state uccise, tra cui dozzine di membri del personale di sicurezza, mentre migliaia di persone sono state arrestate.
Secondo le associazioni umanitare, il dato esatto è di 18.533 arresi.
E le organizzazioni dei diritti umani, al di fuori dell'Iran, stimano che 507 manifestanti siano stati uccisi durante i disordini degli ultimi tre mesi.

Il ministero della Giustizia iraniano ha annunciato di aver condannato a morte 11 persone per il loro ruolo nelle proteste: due persone sono già state giustiziate e altre due condanne saranno eseguite nei prossimi giorni.

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