Immediata la reazione serba: il Kosovo è nostro territorio, ci batteremo per preservare l'integrità territoriale
Il premier Albin Kurti ha consegnato ufficialmente oggi a Praga la domanda di adesione del Kosovo all'Unione europea - la Repubblica Ceca detiene fino alla fine dell'anno la presidenza di turno della Unione europea.Incontrando i giornalisti al termine della cerimonia, Kurti ha parlato di "giornata storica per il popolo del Kosovo e di giornata straordinaria per la democrazia in Kosovo".
La domanda del Kosovo è solo il primo passo di un cammino che è lungo e declinato in vari capitoli negoziali che hanno il fine di certificare l'adesione del Paese agli standard comunitari, a livello economico, politico, di giustizia sociale e di diritti umani.
Solo per ricordare un precedente esempio: il percorso di adesione della Turchia annunciato in pompa magna all'inizio degli Novanta si è interrotto nonostante l'impegno iniziale e convinto di Ankara e la discussione e convalida di diversi capitoli negoziali.
La domanda di adesione di Pristina lancia un processo articolato che infastidisce Belgrado, che non ha ancora riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, ex provincia serba.
"Siamo venuti a Praga per riaffermare l'immutabile impegno del Kosovo nei confronti dei valori fondamentali della Unione europea, della libertà, della democrazia, presentando la domanda di adesione; è una giornata storica per il popolo del Kosovo e per la democrazia nel Kosovo e in Europa", ha aggiunto ancora Kurti in una conferenza stampa congiunta con il ministro ceco per l'Integrazione europea Mikulas Bek, al quale ha consegnato la domanda per l'adesione.
"La lettera che do oggi a Praga porta le speranze e i sogni dei nostri cittadini che hanno lavorato molto diligentemente per arrivare a questo giorno. Parla delle nostre aspirazioni ad aderire alla Ue, con la quale condividiamo gli stessi valori", ha aggiunto ancora il premier. Alla domanda sui cinque Paesi Ue che non riconoscono ancora il Kosovo (Spagna, Grecia, Romania, Cipro e Slovacchia), Kurti ha osservato che "il Kosovo ha firmato l'Accordo di stabilizzazione e associazione, e i cinque Paesi in questione erano d'accordo". Ha aggiunto di non credere che una minoranza di stati membri dell'Unione si opporrà all'ingresso del Kosovo nella famiglia europea.
Contrarietà serba
Per il presidente serbo Aleksandar Vucic, la presentazone da parte di Pristina della domanda di adesione alla Ue, oltre a calpestare l'accordo di Washington, viola a suo dire l'articolo 49 del Trattato dell'Unione europea in cui si dice che condizione per chiedere l'ammissione alla Ue è essere uno stato europeo universalmente riconosciuto, e non è il caso del Kosovo. "Non so con quale criterio si valuta il fatto se si tratti di uno stato o meno", ha detto Vucic parlando oggi ai giornalisti a un valico di frontiera con l'Ungheria, dove con la presidente Katalin Novak ha affrontato il tema dei migranti, il cui flusso lungo la rotta balcanica prosegue a ritmi sostenuti. Già nei giorni scorsi Vucic aveva sostenuto l'inammissibilità di una domanda di adesione alla Ue da parte del Kosovo, che non fa parte delle Nazioni unite e la cui indipendenza e sovranità statale non è riconosciuta da cinque Paesi della stessa Unione europea.
La Serbia considera il Kosovo parte integrante del suo territorio.
Una cosa è sicura, per l'integrazione di Pristina all'Unione i rapporti tra Kosovo e Serbia dovranno essere normalizzati. Finora la mediazione europea non ha portato grandi risultati.
Belgrado sostiene i serbi-kosovari del nord del Kosovo: zona spesso al centro di disordini e scaramucce, come la più recente che vede i serbi kosovari bloccare con tir e barricate gli assi stradali principali e i passi di frontiera.
Bruxelles ha ribadito nel summit di Tirana del sei dicembre si essere più che mai favorevole all'ingresso dei Paesi dei Balcani nell'Unione. Un ingresso che è la risposta geopolitca di Bruxelles alla guerra russa in Ucraina.