Balcani, diplomazia internazionale in azione per smorzare le tensioni tra Serbia e Kosovo

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Di euronews
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Inviato USA Gabriel Escobar e l'omologo europeo Miroslav Lajcak hanno incontrato il presidente serbo Vucic per riportare la calma nel nord del Kosovo

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 Mercoledì è stata la volta di Belgrado, è qui che ha fatto tappa il mediatore statunitense Gabriel Escobar e quello europeo per il Kosovo Miroslav Lajcak dopo- la visita a Pristina il giorno precedente  e le tensioni in corso che hanno riportato alta una certa agitazione nel Kosovo del Nord.

Tanto che il presidente serbo Aleksandar Vucic intende chiedere alla Nato, che guida la forza di peacekeeping dispiegata nella regione, di militarizzare quella zona con 1000 militari serbi.

 Gli ultimi sviluppi della situazione  in Kosovo  sono stati al centro dei colloqui. In un breve messaggio postato da Vucic sul suo profilo Instagram,  il presidente serbo definisce "sincero e corretto" il colloquio con i due diplomatici.

Ieri Lajcak e Escobar erano stati a Pristina, dove avevano incontrato la dirigenza del Kosovo. La diplomazia internazionale  è impegnata  a evitare una ulteriore escalation della tensione nel nord del  Kosovo, con ripetuti appelli alla calma e alla moderazione. Dallo scorso 10 dicembre, i serbi nel nord del Kosovo attuano blocchi stradali e barricate per protesta contro l'arresto di un ex agente serbo della polizia kosovara, e più in generale contro la politica di Pristina ritenuta ostile e discriminatoria nei confronti della locale popolazione serba. 

 Una situazione che crea  problemi alla circolazione stradale, accresciuti dalla chiusura dei due princiapli valichi di frontiera con la Serbia,a Jarinje e Brnjak. Chiuse per protesta anche le scuole nel nord che operano nell'ambito del sistema di istruzione della Serbia. 

Malgrado la calma apparente, basta un niente per far riesplodere le tensioni tra Serbia e Kosovo. Lo sforzo internazionale per arrivare a una normalizzazione dei rapporti è incessante. Tra Belgrado e Pristina pesa la dichiarazione di indipendenza unilaterale di  quest'ultima del 2008, che la Serbia non riesce a mandar giù.

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