Continua l'inchiesta su lobbies e potere a Bruxelles

Continuano le indagini delle autorità belghe nel quadro dell'inchiesta su lobbies e potere che sta facendo tremare le istituzioni europee. Ieri sono state effettuate altre nove perquisizioni, una delle quali presso un ufficio del parlamento europeo, con lo scopo di evitare l'inquinamento delle prove.
"Le risorse informatiche di dieci collaboratori parlamentari sono state sequestrate per evitare la scomparsa di dati necessari alle indagini", spiega un comunicato dell'Ufficio del procuratore federale che aggiunge: "Dall'inizio delle operazioni sono state effettuate 20 perquisizioni, delle quali 19 in abitazioni private e una in uffici del parlamento europeo".
La vicenda giudiziaria fa tremare gli ambienti politici di Bruxelles, che invece di affrontare la radice del problema ovvero la scarsa trasparenza dei rapporti tra politici e lobbies, preferiscono gridare al complotto. Roberta Metsola, presidente del parlamento europeo accusa gli "attori maligni legati a paesi autocratici", parla di "nemici della democrazia che non si fermano davanti a nulla", e che hanno armato "ONG, sindacati, assistenti e membri del parlamento".
Parole forti ma che non bastano a coprire l'imbarazzo per l'arresto della vicepresidente dell'assemblea Eva Kaili, colta in flagranza di reato. La Conferenza dei presidenti ha votato la sua rimozione, in base all'articolo 21 del regolamento. Intanto, a Eva Kaili sono state ritirate tutte le deleghe.
Con lo scandalo che alimenta la disaffezione dei cittadini verso le istituzioni europee, la presidente della Commissione Von der Leyen si è detta a favore della istituzione di un organismo indipendente di controllo per sorvegliare e punire eventuali violazioni della legge e dell'etica.