Una Conferenza tutta in salita, quella sui cambiamenti climatici organizzata dalle Nazioni Unite a Sharm el-Sheik, in Egitto. Tanti gli obiettivi, che sembrano sempre più difficili da raggiungere. E al vertice manca la Cina, il Paese più inquinante al mondo...
Tra molte altre "distrazioni" internazionali, oltre 120 leader mondiali, capi di Stato e di governo si ritroveranno - fino al 18 novembre - a Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, in Egitto, per trovare difficili soluzioni alle condizioni di salute, sempre più preoccupanti, del nostro Pianeta.
Tra di loro, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la premier italiana Giorgia Meloni, al vero debutto internazionale, che ribadirà l'impegno dell'Italia a ridurre del 55% le emissioni entro il 2030.
L'allarme climatico è evidente: gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi mai registrati, secondo il rapporto dell'Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO).
La Conferenza poggia le sue basi, però, su impegni disattesi: l'Accordo di Parigi del 2015 prevedeva di contenere entro i 2°C il riscaldamento globale, rispetto ai livelli preindustriali, ma l'ultimo report del Programma Onu per l'Ambiente (UNEP) afferma che, entro fine secolo, si rischia di raggiungere un +2,6°C, definito un livello "catastrofico".
"Il cambiamento climatico è la sfida centrale del nostro secolo"
A guidare questa edizione della Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, è il Segretario Generale dell'Onu, António Guterres.
Decise e persino dure le sue parole nel discorso inaugurale.
Ma la Cina non c'è
Alla Cop27 si nota, però, un'assenza pesante: la Cina, il Paese più inquinante al mondo. Non ci sarà Il presidente cinese Xi Jinping e non ci sarà nemmeno, per ovvi motivi, il presidente russo Vladimir Putin.
Senza il coinvolgimento della Cina, gli obiettivi di riduzione delle emissioni diventano difficili da raggiungere.
E' prevista, viceversa, la presenza di Joe Biden, ma il presidente americano arriverà in Egitto soltanto al termine delle elezioni di Mid-Term, previste per martedi 8 novembre.
Quasi costretto a partecipare il nuovo premier britannico Rishi Sunak, travolto in patria dalle critiche per il suo iniziale "No" alla Conferenza di Sharm el-Sheik.
Presente, a titolo personale, anche l'ex premier Boris Johnson.
Proteste degli ambientalisti
Per chiedere maggiore concretezza ai leader mondiali, a Sharm el-Sheik si stanno svolgendo manifestazioni di protesta degli attivisti ambientali, sempre più "visibili" ed aggressivi, dopo i più recenti gesti eclatanti, compiuti nei musei di Madrid e Roma.