Budapest, protesta dei docenti per una scuola migliore

La protesta degli insegnanti a Budapest
La protesta degli insegnanti a Budapest Diritti d'autore Bela Szandelszky/AP2011
Diritti d'autore Bela Szandelszky/AP2011
Di Debora Gandini
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Migliaia di insegnanti ungheresi sono scesi di nuovo in piazza. Chiedono migliori condizioni di lavoro e stipendi più alti. Le promesse del governo non sono bastate

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In piazza per chiedere migliori condizioni di lavoro. E’ la protesta degli insegnanti in Ungheria che non si ferma. Il personale è di nuovo sceso in piazza a Budapest per far sentire la propria voce. Migliaia di persone hanno sfilato per le strade della capitale. Docenti ma anche tanti studenti per una scuola migliore.

"Io sono un insegnante, mi sono laureata due anni fa, dice una giovane donna. Da quando ho preso la laurea ho già cambiato tre posti di lavoro. Uno al Museo del Terrore, proprio dietro di noi. E' un museo iconico istituito da Fidesz per commemorare gli orrori dell'era comunista. E poi insegno in due scuole e non voglio fallo per il resto della mia vita". 

Giovedì scorso il governo ha promesso ai docenti un aumento degli stipendi ma questo non è bastato al personale del settore che chiede una riforma globale del sistema educativo ungherese. Un insegnante che ha lasciato la professione poco tempo fa fa notare che non aveva più il tempo nemmeno di giocare con i bambini. "Lavoravo in pessime condizioni, con libri di testo vecchissimi e superati. Ero molto stanco, facevo un sacco di straordinari e lo stipendio era una misera."

La folla ha marciato da Piazza degli Eroi verso il ministero dell'Interno, in Piazza Széchenyi István, dove si è conclusa la manifestazione.

La protesta degli insegnanti si è svolta anche in altre città dell’Ungheria, anche nei piccoli villaggi. Ora la prossima grande manifestazione degli insegnanti si terrà nella capitale il 23 ottobre. I professori sperano di riuscire a riunire più gente possibile nel giorno della festa nazionale che si tiene ogni anno per commemorare la rivoluzione del 1956 contro il comunismo. 

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