Ucraina: referendum per l'annessione alla Russia nelle aree occupate, reazioni unanimi

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Come a Luhansk e Donetsk, anche a Kherson e Zaporizhzhia le amministrazioni filorusse hanno annunciato un referendum per annessione alla Federazione: intanto, la Camera bassa del parlamento russo ha approvato una legge che inasprisce la punizione per i soldati che violano i propri doveri

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Le autorità nominate da Mosca nelle regioni occupate di Kherson e Zaporizhzhia hanno annunciato l'imminente svolgimento di un referendum sull'annessione alla Russia.

Come a Luhansk e Donetsk, anche a Kherson il referendum si terrà tra il 23 e il 27 settembre prossimi.

Per il capo dell'amministrazione locale, Volodymyr Saldo, "l'ingresso di Kherson nella Federazione Russa aprirà nuove opportunità e sarà un trionfo della giustizia storica".

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha commentato il tutto, prima di recarsi a New York per partecipare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. "Sin dall'inizio dell'operazione militare speciale e in generale anche nel periodo precedente, abbiamo detto che i popoli dei territori interessati avrebbero dovuto decidere il proprio destino", ha detto Lavrov. "E la situazione corrente conferma proprio questo, vale a dire che vogliono essere padroni del proprio destino", ha continuato. 

L'Ucraina, che in due settimane ha riconquistato più territorio di quello che la Russia gli ha sottratto sin dallo scorso aprile, interpreta queste mosse come un segno di disperazione, dopo aver visto le proprie truppe fuggire dalla controffensiva lanciata da Kiev.

Un consigliere del presidente ucraino ha affermato che parlare di annessione è poco più che un "sedativo" per il popolo russo, mentre il Cremlino cerca di dare un senso alle perdite sul campo di battaglia.

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L'opposizione dell'Occidente, il silenzio di Putin

L'annuncio dei possibili referendum hanno trovato il "chi va là" dell'Occidente. Tra i primi a reagire il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che ha definito la minaccia dei " referendum fittizi" come "un'ulteriore escalation che non cambiano la natura della guerra di aggressione della Russia". Subito è arrivata la condanna di parte della comunità internazionale, impegnata a New York per la 77esima seduta dell'Assemblea generale dell'Onu. "È chiaro che questa pantomima di referendum non può essere riconosciuta", ha dichiarato duranteun punto con la stampa il cancelliere tedesco Olaf Scholz dagli Stati Uniti.

Per il Pentagono americano quella del presidente Putin "semplicemente un'operazione di informazione, tesa a distrarre dalla situazione difficile in cui si trovano al momento le forze militari russe". Secondoil presidente francese Emmauel Macron "l'invasione dell'Ucraina è un ritorno all'età degli imperialismi e delle colonie".

Dura la risposta anche dei leader dell'Unione europea, con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen che ha definito "inaccettabile"il tentativo del capo del Cremlino di cambiare i confini dell'Ucraina. "Nessun referendum fasullo cambierà la posizione dell'Europa sull'Ucraina e sulla sua integrità territoriale, né cambierà il fatto che è stata la Russia a invadere l'Ucraina sovrana", le ha fatto seguito la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola

Putin diserta il discorso alla Nazione

Intanto è giallo per il mancato discorso in cui il presidente Putin avrebbe annunciato il sostegno ai referendum programmati nei territori occupati dell'Ucraina. La diretta tv prevista alle 20 (orario Europa centrale) è stata posticipata a domani, secondo alcuni media russi. 

Diserzioni inasprite

Intanto, la Camera bassa del parlamento russo ha approvato una legge che modificando il codice penale inasprisce la punizione per i soldati che violano i propri doveri: secondo la nuova normativa, disertare un'unità militare durante un periodo di mobilitazione o legge marziale è ora punibile sino a 10 anni di carcere, rispetto ai cinque anni previsti dalla legge in vigore. La legge sarà messa ai voti del Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, mercoledì 22 settembre, per poi essere promulgata dal presidente Vladimir Putin.

Continuano, infine, le indagini su possibili crimini di guerra perpetrati dalle truppe russe a Izyum, recentemente liberata: in una foresta limitrofa, sono stati ritrovati circa 450 corpi sepolti in una fossa comune, alcuni dei quali con evidenti segni di tortura.

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