Gábor Bencze, classe 1936, era sul posto come tecnico tv per SFB: "Abbiamo filmato costantemente il balcone su cui si affacciava il terrorista col passamontagna"
Il 5 settembre segna il 50esimoanniversario dell’uccisione di 11 atleti israeliani ai Giochi olimpici di Monaco di Baviera del 1972 da parte dei terroristi dell'Olp. Quel bagno di sangue, sotto agli occhi del mondo intero, interruppe i Giochi, che erano iniziati in allegria: colorati, moderni e cosmopoliti.
Il racconto di un testimone
La nostra collega Anja Bencze ha intervistato suo padre che all’epoca era sul posto come tecnico televisivo per SFB. Gábor Bencze, nato nel 1936, appassionato di sport ed ex ingegnere radiotelevisivo, ricorda così l’estate più drammatica della sua vita: "ll nostro studio era quasi di fronte all'edificio del sequestro. Una telecamera è stata immediatamente posizionata sul tetto per riprendere costantemente il famoso balcone su cui quell’orribile terrorista mascherato continuava a uscire. Fino a quando qualcuno non si è reso conto che ciò che stavamo riprendendo era stato inserito nella distribuzione della tv via cavo dal Parco olimpico. Pertanto, i terroristi si sono visti sul monitor e si sono resi conto esattamente di cosa si sapeva di loro".
Il tentativo di liberare gli ostaggi fallì nel modo più terribile. La polizia non era preparata a un attacco terroristico del genere. I Giochi, interrotti per un breve periodo, poi hanno ripreso. "Ovviamente l’atmosfera spensierata si è interrotta bruscamente - racconta Bencze -. Ma gli atleti hanno la 'visione a tunnel', per cui hanno affrontato le loro gare. E in televisione, hanno continuato a trasmettere tutto”.
Risarcimento alle famiglie
I familiari delle vittime hanno lottato per decenni per la memoria, il riconoscimento della responsabilità dei tedeschi e un adeguato risarcimento. A pochi giorni dall'anniversario è stato raggiunto un accordo tra il governo federale e i rappresentanti delle famiglie per un risarcimento di circa 28 milioni di euro.