Afghanistan: la dimensione del disastro

In una scuola superiore a Kabul
In una scuola superiore a Kabul Diritti d'autore Ebrahim Noroozi/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
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A un anno dalla fuga degli ultimi contigenti Nato da Kabul il bilancio della gestione dei talebani è più che disastrosa. Il Paese è avvitato in una crisi economica e sociale senza precedenti e resta sostanzialmente isolato dal resto del mondo

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La precipitosa fuga da Kabul degli ultimi soldati americani un anno fa rappresentava il fallimento delle politiche occidentali in Afghanistan. La fine delle missioni Nato spalancava le porte al nuovo dominio dei talebani che si affrettavano a promettere quel che non avrebbero mantenuto davanti a popolazioni terrorizzate ed oggi rassegnate a un destino di miseria totale.

Le valutazioni di un osservatore internazionale

"È passato un anno dal ritorno dei talebani,  siamo adesso testimoni di un incremento pazzesco della povertà . I salari si sono ridotti e con essi le risorse, si ricorre al debito e alle nozze di ragazze appena dodicenni, alla generalizzazione del lavoro minorile": racconta Neil Turner, Country Director for Afghanistan per il Norwegian Refugee Council. Manca il cibo, milioni di piccoli afghani soffrono la fame e poi c'è la gravissima situazione femminile. Le donne hanno perso tutto anche se coraggiosamente le attiviste protestano pubblicamente per riottenere almeno le libertà di base. "Anche in passato c'erano restrizioni e violenze contro le donne afghane, ma le donne avevano speranza perché c'erano scuole, donne e ragazze potevano servire il loro paese attraverso la loro conoscenza. Adesso hanno persino perso la loro unica speranza, che era l'istruzione" spiega l'attivista Azita Nazhand.

La dimensione del disastro

Il collasso economico, la continua minaccia del gruppo dello Stato Islamico e il ritiro degli aiuti internazionali sono le principali sfide con cui i governanti del gruppo devono lottare dopo il loro ritorno al potere. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha diramato un ordine esecutivo che deteneva metà dei 7 miliardi di dollari di beni afghani congelati negli Stati Uniti per casi giudiziari che coinvolgevano le vittime degli attacchi dell'11 settembre. Ha ordinato inoltre che i restanti  3,5 miliardi di dollari vengano utilizzati a beneficio dell'Afghanistan; da allora i funzionari statunitensi hanno tenuto colloqui con i talebani su come utilizzare quei soldi. Il congelamento dei beni del Paese ha provocato una drastica caduta dell'economia afghana che ha colpito principalmente la gente comune in un paese in cui non esiste più la classe media ma ci sono quasi solo poveri.

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