Lysychansk e Severodonetsk resistono con difficoltà. In Russia incendio in una raffineria: per Mosca l'artefice è un drone ucraino
La difesa delle città ucraine di Lysychansk e Severodonetsk sta diventando sempre più difficile per le truppe di Kiev. Le due città, ormai deserte, sono da settimane sotto il fuoco incessante dell'artiglieria russa. A Severodonetsk alcune centinaia di soldati e civili sono asserragliati nell'impianto chimico Azot e più a sud nella regione, la conquista russa di alcuni villaggi a Sud apre un ulteriore fianco da difendere per gli ucraini, che rischiano di restare completamente circondati.
Il ministero della difesa russo ha dichiarato di aver abbattuto nella giornata di martedì più di 250 obiettivi militari. A Lysychansk l'obiettivo sono stati i depositi di equipaggiamenti e munizioni. Un deposito di carburante è stato attaccato a Mykolaiv. "La situazione è difficile in direzione di Popasna: il nemico è entrato a Toshkivka ed ha intensificato gli attacchi contro altri insediamenti, sta entrando a Ustynivka, Pidlisne e Myrna Donyna. E sta conducendo un'offensiva su Bila Hora. Non è facile per i nostri soldati mantenere la difesa vicino a Hirske", ha osservato il capo dell'amministrazione militare regionale di Lugansk Serhii Gaidai.
Giallo sulla raffineria bombardata
In territorio russo una squadra di pompieri ha estinto un incendio nella raffineria di Novoshakthinsk, a pochi chilometri dal confine con l'Ucraina. L'impianto è stato evacuato e non ci sono stati feriti. Il governo regionale ha detto che si è trattato di un attacco da un drone ucraino, senza tuttavia dare maggiori dettagli.
In base alle nuove immagini satellitari alcuni analisti sostengono che gli ucraini stanno utilizzando le armi moderne inviate dall'occidente per riconquistare la strategica isola dei serpenti situata nel Mar Nero a 35 chilometri di distanza a est del delta del Danubio